Il Re Sole in una gigantesca sfera di neve, centinaia di spirali abbaglianti o il ritorno di un piccolo gigante turbolento sulle pareti: il Festival delle Luci di Lione ha iniziato giovedì una 25a edizione piena di nostalgia.
“25 anni non si festeggiano tutti i giorni. Abbiamo voluto ricordare l'eredità del Festival delle Luci, dai suoi inizi fino ad oggi”, ha dichiarato mercoledì sera davanti alle sollecitazioni del sindaco ambientalista Grégory Doucet durante gli ultimi aggiustamenti. alle 32 installazioni.
Sei di essi – i più apprezzati dal pubblico dal 1999 – tornano nella capitale della Gallia, dove dal 5 all'8 dicembre i muri diventano cinema all'aperto.
In Place Bellecour, nel cuore della penisola, Jacques Rival ha ricreato la sua opera di punta “I love Lyon”: in un'enorme bolla gonfiata attorno alla statua equestre di Luigi XIV, la proiezione continua di neve artificiale sotto l'illuminazione blu e viola partecipa alla magia .
“È davvero magnifico. Evoca l'inverno, è gioioso, magico, un po' nostalgico”, ha detto all'AFP Martine Enixon, 63 anni. Per Sarah Benichou, studentessa 23enne, l'opera, già presentata nel 2006 e nel 2007, suscita “emozione e tanto entusiasmo”, è un vero e proprio “balsamo per il cuore”.
Molto vicino a lì, di fronte al grazioso teatro Célestins, un centinaio di barre LED dell'installazione “Flux” del collettivo Scale, si muovono a spirale, oscillano o ondulano freneticamente su un sottofondo di musica elettronica minimalista e accattivante. “L'idea è che abbiamo l'impressione di avere a che fare con una forma vivente e non con uno strumento tecnologico”, confida uno dei suoi designer Vincent Boudier.
Jacques Parcille, consulente 28enne, apprezza l'opera e il suo “movimento ondulatorio, leggermente elicoidale”. “È affascinante”, dice.
Ha poi in programma di vedere, in una piscina poco distante, “Coral ghosts” del tedesco Philipp Frank. Realizzata con 300 kg di reti da pesca recuperate, chiamate “reti fantasma”, l'installazione incarna una barriera corallina colpita dall'inquinamento e dai cambiamenti climatici, illustrata con proiezioni di luci animate.
In Place des Terreaux, un piccolo gigante, già presentato nel 2008, proietta i suoi sogni sulle facciate del Museo delle Belle Arti e del Municipio. «È un tuffo nell’infanzia, nella spensieratezza soprattutto con tutti i problemi che sono di attualità. È bellissimo, è poetico», commenta Sandra Estigarribia, 37 anni, venuta con i suoi due figli.
Nel 2023, la Festa delle Luci, che nasce da una tradizione cattolica in cui si ringrazia la Vergine Maria per aver salvato Lione dalla peste nel XVII secolo, ha attirato più di 2 milioni di visitatori.