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Se cade il governo, l'ultimo tentativo di Gabriel Attal di trovare un compromesso: Novità

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Mentre il governo Barnier sembra andarsene, il presidente dell'Ensemble pour la République deputati, Gabriel Attal, pensa già al futuro e vuole provare a formare una nuova coalizione, rivela Franceinfo.

Qualche speranza dopo la probabile caduta del governo? Lunedì 2 dicembre, il Primo Ministro ha attivato l'articolo 49.3 per far adottare il bilancio della Previdenza sociale senza votazione, provocando l'immediata risposta dell'opposizione. Il Nuovo Fronte Popolare ha presentato una mozione di censura, così come il Raggruppamento Nazionale. Le due mozioni saranno discusse mercoledì 4 dicembre alle 16.00. Se a seguito di un voto che sembra quasi già noto dovesse cadere il governo, il leader dei deputati macronisti Gabriel Attal ha già un piano. Intende quindi invitare tutti i partiti repubblicani, tranne RN e LFI, a trovare un compromesso dopo il voto, secondo le informazioni di mercoledì di Franceinfo.

L'ex primo ministro intende trovare un patto di stabilità o un patto di non aggressione. In generale, l’obiettivo non è quello di censurare alla minima occasione il prossimo Primo Ministro votando liberamente a favore o contro una proposta. “Dobbiamo superare le divisioni per un anno o due per uscire dalla crisi“, ha lanciato sul canale un dirigente di Renaissance.

Il PS è aperto all’idea

Ma Gabriel Attal vuole trovare un accordo di non censura solo con i partiti repubblicani, tra cui Les Républicains e il Partito socialista. O senza i gruppi parlamentari della insoumise e del Raggruppamento Nazionale. Con la speranza di conquistare così i deputati socialisti del Nuovo Fronte Popolare e vederli uscire dall'alleanza con LFI.

L'attuale scenario politico nuoce alle intenzioni di Gabriel Attal. La sinistra vuole un Primo Ministro di sinistra, e gli alleati di Michel Barnier hanno il maggior numero di deputati tra cui Macronisti, MoDem, Horizons e la destra. Ma anche il socialista Boris Vallaud ha una proposta per un patto di non censura. Comunisti e ambientalisti sono addirittura aperti all’idea. Resta da vedere se le differenze politiche potranno attenuarsi in questa situazione di crisi.

pubblicato il 4 dicembre alle 11:31, Valentin Dechambre, 6Medias

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