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Lo scrittore Kamel Daoud nega di aver utilizzato la storia di una vittima della guerra civile algerina per il suo romanzo “Houris”

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Lo scrittore franco-algerino Kamel Daoud si è difeso martedì 3 dicembre in un articolo sul settimanale Il puntoper aver rivelato e utilizzato la storia di una vittima del sanguinoso “decennio nero” in Algeria per il suo romanzo Ore (Gallimard, 416 pagine, 23 euro), incoronato con il premio Goncourt 2024. “Questa giovane donna infelice afferma che è la sua storia. Se riesco a comprendere la sua tragedia, la mia risposta è chiara: è completamente falso”scrive lo scrittore, anche editorialista di Punto.

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“A parte l’apparente ferita, non c’è alcun punto in comune tra la tragedia insopportabile di questa donna e il personaggio di Aube. L'infortunio non è unico. Sfortunatamente, è condiviso da molte altre vittime. È visibile. È quello di centinaia di persone”prosegue, accusando il denunciante di esserlo “manipolato per raggiungere un obiettivo: uccidere uno scrittore [et] diffamare la sua famiglia».

Kamel Daoud e la moglie psichiatra sono accusati di aver utilizzato senza il suo consenso la storia di Saâda Arbane, sopravvissuta a un massacro avvenuto durante la guerra civile in Algeria negli anni '90, per la stesura di Ore. Contro di loro sono state presentate due denunce, una delle quali è stata accolta dal tribunale. Secondo l'avvocato del querelante, se non si presentano, Kamel Daoud e sua moglie dovranno essere convocati a Orano e processati in contumacia.

“Nessun segreto medico”

Lo scrittore finora non aveva risposto a queste accuse, ma il suo editore, Gallimard, le aveva denunciate “Violente campagne diffamatorie orchestrate [contre l’écrivain] da alcuni media vicini ad un regime di cui nessuno ignora la natura”.

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« Ore è finzione, non biografia. È la storia tragica di un popolo. (…) Ore non rivela alcun segreto medico. La cannula [pour respirer et parler]la cicatrice e i tatuaggi non sono segreti medici, e la vita di questa donna non è un segreto, come dimostrano le sue stesse testimonianze. Basta leggere questo romanzo per vedere che non c’è nessun collegamento, se non la tragedia di un Paese”insiste Kamel Douad, difendendo la moglie, di chi “il nome è stato infangato da diffamazione e menzogne”.

Il mondo con l'AFP (con AFP)

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