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L’ultimo accordo per ‘Teflon Reynders’?

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Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per la politica belga: Didier Reynders, ex uomo forte dell’MR e commissario europeo uscente alla Giustizia, è sospettato di riciclaggio di denaro. La sua casa è stata perquisita. Didier Reynders, spesso soprannominato “Teflon Reynders” per la sua capacità di resistere agli scandali, è questa volta sull’orlo del precipizio.

Rivelazioni su sospetto riciclaggio

Sul merito del caso sappiamo ancora molto poco in questa fase. È La sera e il sito di giornalismo indipendente specializzato in corruzione, Segui il denaroche ha rivelato la vicenda, confermata dalla procura di Bruxelles. È stata infatti aperta un’indagine per sospetto di riciclaggio di denaro. Sono state perquisite le case di Didier Reynders, situate a Uccle e nella regione di Liegi.

Il modus operandi è sorprendente, quasi amatoriale. Didier Reynders è sospettato di aver riciclato denaro contante giocando per un lungo periodo ai giochi d’azzardo della lotteria nazionale. Sorprendente, ma, secondo Segui il denaroalcuni giochi offrono rendimenti interessanti, come ad esempio Vinci per la vitacon un tasso di ridistribuzione del 78%, ovvero un costo di riciclaggio del 22%. Un metodo apparentemente classico. Ricordiamo che Didier Reynders beneficia della presunzione di innocenza.

I tempi della Commissione Europea

Altro punto sorprendente: la tempistica, a pochi giorni dalla sua partenza dalla Commissione Europea. Secondo La seraquesta indagine, avviata nel 2023, ha potuto svilupparsi pienamente solo dopo la sua partenza. Perquisizioni precedenti avrebbero richiesto l’autorizzazione del Collegio dei commissari europei, dove sedeva Didier Reynders, compromettendo così la segretezza dell’indagine. Se l’indagine avrà successo, il Parlamento dovrà decidere sulla revoca dell’immunità parlamentare, perché i fatti contestati riguarderebbero anche il suo periodo da ministro.

Si tratta di un nuovo atto d’accusa nei confronti dell’uomo che la stampa fiamminga aveva soprannominato “Teflon Reynders” quando era ministro (1999-2019). Questo soprannome gli è stato dato per la sua capacità di sfuggire agli scandali che avrebbero potuto seppellire la sua carriera.

  • Nel 2008, durante il caso Fortis che portò alle dimissioni del primo ministro Yves Leterme, Didier Reynders, allora ministro delle Finanze, resistette alle critiche.
  • Un anno dopo, quando le entrate fiscali crollarono di miliardi di euro, i documenti mostrano che l’amministrazione aveva allertato il ministro, ma gli avvertimenti furono ignorati. Nonostante le accuse, riesce di nuovo a farla franca.
  • Nel Porta del Kazakistanla controversa naturalizzazione dell’oligarca Patok Chodiev è agevolata da una legge sul patteggiamento. Didier Reynders viene preso di mira indirettamente, ma viene scagionato dalla commissione d’inchiesta parlamentare e dai tribunali.
  • Nella vicenda dei fondi libici scongelati illegalmente mentre erano soggetti a sanzioni internazionali, è preoccupato ma passa inosservato.
  • Infine, è stato coinvolto in controversie sullo stile di vita del suo braccio destro, Jean-Claude Fontinoy. Un ex agente della sicurezza dello Stato li accusa entrambi di corruzione, viene aperta un’indagine, ma archiviata.

Prudenza

Forse questa vicenda finirà, come altre, con un sanguinaccio. La storia ci invita a rimanere cauti. Soprattutto perché allo stesso tempo l’indagine sul Qatargate vacilla e non ha ancora portato al processo. Detto questo, Didier Reynders, già in difficoltà dopo l’uscita dalla Commissione europea e l’assenza nella lista europea del MR, vede il suo futuro politico seriamente compromesso. Anche se dovesse dimostrare la sua innocenza, queste perquisizioni segneranno senza dubbio la fine del viaggio.

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