Nel momento in cui gli abbonati Netflix scoprono il film biografico su Ayrton Senna, Alain Prost si rivela in un altro formato, quello del documentario, su Canal+. Con un nome anagrammato di “sport” e un track record coronato da quattro titoli iridati di F1, il Ligerien si è affermato con naturalezza tra i grandi nomi che il gruppo ha voluto riunire nella sua Hall of Fame delle leggende di tutte le discipline.
Dopo tre anni di lavoro del produttore Saga Blanchard e dei registi Audrey Estrougo e Stéphane Colineau, tutta la comunità automobilistica parigina e le persone molto vicine ad Alain Prost si sono riunite attorno a lui, lunedì vicino agli Champs-Élysées, per scoprire un ritratto che il campione voleva diverso .
“Era da molto tempo che volevo parlare di qualcosa di diverso dallo sport” spiega, veloce anche a sottolineare che vuole dare una luce diversa alla sua carriera. “Vivo da 30 anni con una sorta di riduzione della mia vita che è l’episodio Prost-Senna”, ricorda il quasi settantenne, che non ha mai osato ripercorrere la storia di una carriera terminata pochi mesi prima della morte dell'idolatrato brasiliano.
Senza negare in alcun modo il valore straordinario di questo duello, ha voluto soffermarsi sui suoi esordi, il periodo della sua vita di cui dice di essere più orgoglioso, e raccontare anche qualcos'altro, quello che “per modestia, per coscienza professionale e anche per difficoltà perché non sempre era evidente con i media” stava quasi sempre zitto.
Versare Motorsport.comspiega: “Con l'età, con il tempo, ho voluto lasciare un segno, ho voluto condividere. Quando dico che questo è il periodo di cui sono più orgoglioso, non è proprio l'inizio raccontarlo così ovviamente è stato molto più complicato, molto più magico allo stesso tempo perché devi vedere nei dettagli come succede dopo, il resto diventa quasi banale: la gara, anche la competizione se fosse magico.”
Alain Prost nel documentario che Canal+ gli dedica.
Foto di: Canal+
“Sarei stato frustrato se non lo avessimo saputo [ma carrière]con tutte queste storie, e rimane solo uno scontro con Senna. Onestamente, tutti ricordano solo quello. È molto buono La prova è che vivrò fino alla fine dei miei giorni con questa storia e questa leggenda, ma ci sono ancora cose importanti e, ovviamente, alcune più importanti per me.”
Alain Prost vuole lasciare un segno diverso e questa serie di sei episodi ci riuscirà sicuramente. Meticolosamente, entra nei dettagli di una vita molto più ricca dei pochi anni di duello con Ayrton Senna. Thomas Sénécal, direttore sportivo di Canal+, vede “un'epopea, un'avventura” quando il francese racconta la sua vocazione, nata accanto a un fratello la cui malattia lo sconvolgerà profondamente, poi la sua irresistibile ascesa nel pantheon della Formula 1.
Lui stesso consulente storico e tecnico della serie, mette in scena per ripercorrere il suo viaggio e le date più importanti della sua carriera. Attraverso numerose immagini d'archivio, vero e proprio tesoro, e una lunga intervista al protagonista, intervallata da alcune preziose testimonianze, tra cui quelle di Jackie Stewart e Ron Dennis, ritroviamo il “professore”: parsimonioso e laborioso fin dalla giovinezza, svolgendo lavoro minuzioso con la massima disciplina per realizzare le sue ambizioni, che furono subito molto alte.
Alain Prost nel kart, le immagini dei suoi esordi che ha voluto mettere in risalto nel documentario.
Foto di: Canal+
Si è commosso moltissimo quando si sono riaccese le luci in sala dopo la proiezione dei primi tre episodi, che hanno ripercorso la sua infanzia e la sua vita da giovane campione, fino al secondo titolo che, nel 1986, coincise con la morte di questo amato fratello. Alain Prost mette da parte per un momento la sua modestia per esprimere, senza dubbio più che mai, lo sconvolgimento causato da questa morte. Con il chiaro desiderio di scrivere un testamento di famiglia, offre un pezzo della luce che ha brillato su di lui per più di 40 anni a suo fratello, ma anche ai suoi genitori, esempi di abnegazione, e a una nonna che sola incarna la resilienza.
In una linea temporale non lineare, la serie mette in parallelo il dolore familiare e le scene terrificanti che il pilota affronta in pista, in particolare il coinvolgimento nell'incidente di Didier Pironi al Gran Premio di Germania del 1982, che secondo lui lo fece quasi smettere di correre.
Prima di affrontare nella seconda metà gli anni di Senna e discutere del loro rapporto unico, questa prima parte della serie si sofferma anche su un episodio che gli resta impresso “un infortunio”quello del GP di Francia del 1982 e il singhiozzo delle istruzioni non applicate da René Arnoux. La sala trema ed esclama il suo stupore quando, sullo schermo, l'ex pilota afferma con fermezza: “Renault, mi hanno sempre tradito”. Un momento forte della serie, ma senza dubbio l'unico di cui si rammarica mentre questa frase si limita a descriverlo “un'epoca”ci dice, quello “dalle competizioni, fino al 1993”e quello “i rapporti sono molto buoni” Oggi.
PROSTdella serie, sono due serate ricche di aneddoti, da condividere con uno dei più grandi campioni francesi e uno dei più illustri piloti di Formula 1. Un'occasione rara e preziosa per scavare dietro le quinte della disciplina attraverso uno dei grandi epiche che lo hanno reso leggendario.
“PROST”
Serie di documentari in sei episodi da 26 minuti
Domenica 8 e domenica 15 dicembre 2024 alle 21 su Canal+, poi disponibile su myCanal
Creazione originale Canal+
Scritto e diretto da Stéphane Colineau e Audrey Estrougo
Prodotto da Saga Blanchard
Produzione Colette Productions
In questo articolo
Lena Buffa
Formula 1
Alain Prost
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