L'annuncio della partenza a sorpresa di Carlos Tavares ha colto tutti di sorpresa il 1° dicembre 2024. Il gruppo automobilistico deve ora trovare chi sostituirà Carlos Tavares. Il suo successore dovrà affrontare diverse questioni scottanti.
I rapporti tra Carlos Tavares e il consiglio di amministrazione di Stellantis erano diventati sempre più tesi, soprattutto riguardo ad alcune scelte strategiche. A quanto pare le divergenze di opinione hanno avuto la meglio sul capo del gruppo. Carlos Tavares è stato costretto a presentare le sue dimissioni il 1° dicembre, un anno prima della fine del suo mandato. Ciò è stato accettato con effetto immediato, come confermato in un comunicato stampa di Stellantis. John Elkann, presidente del consiglio di amministrazione, fungerà da presidente ad interim fino alla nomina di un nuovo amministratore delegato nei prossimi mesi.
Il consiglio di amministrazione aveva già iniziato a cercare il candidato per questa posizione, preparando tale assunzione con largo anticipo. Sebbene siano stati menzionati diversi nomi, per il momento nessuno è ovvio. In ogni caso, il successore di Carlos Tavares erediterà dossier complicati da gestire. Le decisioni di questo nuovo arrivato rischiano di essere ancora più impopolari di quelle dell’ex leader.
Raddrizzare il bancomat americano
Il mercato americano, avendo generato negli ultimi anni gran parte dei ricavi del gruppo, risulta quindi cruciale negli equilibri di Stellantis. Purtroppo le vendite sono rallentate e i marchi del gruppo si ritrovano con un ampio stock di veicoli. I marchi non hanno previsto i segnali di indurimento del mercato. Sarà necessario accettare forti sconti per svendere i titoli, a discapito dei margini.
Questo però è solo uno dei problemi che Stellantis si trova ad affrontare negli Stati Uniti: le tensioni con i sindacati sono ancora alte, e l’ultimo sciopero è già costato caro al gruppo. L’elezione di Donald Trump, improntata ad una politica protezionistica, potrebbe accentuare le difficoltà, in particolare con sovrattasse doganali, riduzione degli aiuti per i veicoli elettrici e blocco delle delocalizzazioni. Anche se marchi americani come Jeep o Ram dovessero riuscire a raggiungere i veicoli termici, ciò richiederebbe importanti aggiustamenti.
Porre fine alla guerra aperta di Stellantis con l'Italia
Da diversi mesi i rapporti con l’Italia si sono chiaramente deteriorati. Può essere utile ricordare che Stellantis è la fusione dei marchi del gruppo PSA (Peugeot, Citroën, DS) e FCA (Fiat, Jeep, Alfa, Lancia, Chrysler, ecc.). Gli storici marchi italiani si ritrovano quindi annegati in questo tentacolare gruppo di 14 marchi (15, se aggiungiamo il produttore cinese Leapmotor). Come ogni matrimonio di questo tipo, la fusione non va bene. Oltre ai licenziamenti, occorre razionalizzare anche le spese. In tutti questi cambiamenti, i marchi italiani si sono spesso trovati in una situazione di svantaggio, il che ha già creato tensioni interne.
Quando il governo italiano aggiunge i suoi due centesimi, la cosa diventa sempre più esplosiva. Le prime dichiarazioni dell'Italia sono state certamente prese un po' alla leggera da Carlos Tavares. Il governo italiano cominciò allora a ostacolare il gruppo, ricorrendo anche al ricatto finanziario. L'Italia, in particolare, ha minacciato di non sovvenzionare più i progetti Stellantis se non fosse stato dato un minimo di garanzie sulla produzione e sull'occupazione. Sfortunatamente, la strategia di elettrificazione del gruppo, che avrebbe dovuto contribuire a ciò, sta a sua volta fallendo.
Auto elettrica: una buona base, ma non sufficiente
Carlos Tavares ha adottato un approccio strategico abbastanza cauto riguardo alle auto elettriche, optando invece per piattaforme multienergia. Le esitazioni dei mercati europeo e americano riguardo all'elettricità sembrano avergli dato ragione. Tuttavia, anche la procrastinazione passata ha contribuito a mettere il gruppo in una posizione scomoda, nel senso del “andiamo, ma non del tutto”. Tuttavia, Carlos Tavares ha gradualmente cambiato idea sui veicoli elettrici. Probabilmente troppo tardi, perché lui stesso ha fatto dubitare i clienti con le sue posizioni passate.
Il risultato è visibile in prodotti come la Fiat 500e, la cui domanda è crollata in Europa. Anche l'ammiraglia Peugeot e-3008 non si distingue nelle vendite rispetto alla sua controparte ibrida. Queste osservazioni valgono per l’intero gruppo. Nonostante un’ampia autonomia elettrica, la coesistenza dei motori ha indebolito la strategia complessiva. Carlos Tavares ha assicurato che Stellantis è pronta per la nuova fase dello standard CAFE del 2025, resta da vedere se non sarà troppo ottimista sull'argomento.
Software: il subappalto a basso costo ha i suoi limiti
Come per l’elettrificazione, il gruppo si è finalmente buttato a capofitto anche sul lato software. Con il progetto “STLA brain” è stata fissata la direzione, ma le risorse destinate a questa revisione dell’intero sviluppo software dei veicoli sollevano interrogativi. Lo sviluppo è in gran parte esternalizzato, principalmente in India e Marocco. In Europa, un pugno di dipendenti cerca di supervisionare questo subappalto e di pagare i danni.
La Peugeot e-3008 è stata quindi lanciata con un software non sufficientemente avanzato, e la Citroënë-C3 (anche se più rustica) è ancora più problematica in termini di software. Tutto ciò lascia un'immagine degradata della qualità dei nuovi modelli. Se gli aggiornamenti consentono correzioni progressive, non cancellano l'impatto sull'immagine dei nuovi modelli, soprattutto per i veicoli sempre più costosi. L'associazione con il produttore cinese Leapmotor potrebbe sembrare un'ancora di salvezza su questo punto. Ma anche il prossimo capo del gruppo avrà molto da fare per correggere la situazione.
Rimuovi o vendi marchi iconici
Nel creare Stellantis, Carlos Tavares si è impegnato a non sacrificare nessun marchio tra le 14 entità del gruppo. Se questa decisione sembrava rilevante all’inizio, quattro anni dopo, è difficile da giustificare. Numerosi marchi sono lungi dall’essere redditizi, nonostante la razionalizzazione delle spese e la condivisione delle piattaforme.
Il futuro capo del gruppo dovrà certamente fare il lavoro di becchino di marchi che Carlos Tavares non ha voluto assumere. Basti dire che tali decisioni lo renderanno inevitabilmente particolarmente impopolare, quindi preparatevi adesso.
Se sappiamo cosa stiamo perdendo vedendo Carlos Tavares lasciare Stellantis, non sappiamo cosa guadagnerà in cambio il gruppo. I prossimi mesi saranno probabilmente particolarmente stressanti per Stellantis.
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