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Chiede unità a sinistra, ma strade opposte

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Il leader de La insoumise, Jean-Luc Mélenchon, a Parigi, il 28 novembre 2024. ERIC BRONCARD / HANS LUCAS VIA AFP

Tragi-commedia in lavorazione al Nuovo Fronte Popolare (NFP). O come possiamo sollecitare, con un grido unanime dal cuore, l’essenziale raduno della sinistra e, allo stesso tempo, non concordare nulla per raggiungere questo obiettivo? Questa è l'impresa compiuta da Jean-Luc Mélenchon, Lucie Castets e altri, tutti usciti dal bosco, sabato 30 novembre e domenica 1È dicembre, ma percorrendo strade diametralmente opposte.

Mentre l'alleanza conclusa in occasione delle elezioni legislative del 30 giugno e del 7 luglio continua a sfilacciarsi. Mentre sul governo di Michel Barnier incombe la minaccia di un'imminente censura e si agita la possibilità delle dimissioni di Emmanuel Macron, la sinistra sta già iniziando una nuova guerra interna per le elezioni presidenziali.

Una prima iniziativa sindacalista, la più spettacolare, è stata lanciata sabato dalla segretaria nazionale degli Ecologisti, Marine Tondelier, e dalla “candidata per Matignon” del PFN, Lucie Castets. Un appello dal titolo chiaro: “Vinceremo insieme”. Di fronte alle ambizioni presidenziali appena velate del leader della France insoumise (LFI), Jean-Luc Mélenchon, dell'ex presidente della Repubblica socialista François Hollande, dell'ex primo ministro di quest'ultima, Bernard Cazeneuve, del copresidente della Piazza pubblica, Raphaël Glucksmann, o il deputato (varie a sinistra) della Somme François Ruffin, il duo cerca di riprendere il controllo e chiede un “domanda congiunta” da sinistra.

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“Ora dobbiamo organizzarci per ottenere la maggioranza in Parlamento e vincere le prossime elezioni presidenziali”affermano i due firmatari di un articolo pubblicato online sul sito del quotidiano Francia occidentaleseguito da un tour mediatico il giorno successivo.

“L’unico presupposto è non partire con un solo nome in mente, non avere il proprio candidato o la propria squadra, iniziare a lavorare, altrimenti abbiamo già perso”dettagliato Lucie Castets, in Domenica alla Tribuna da 1È Dicembre, rivolto a potenziali candidati. Specifica inoltre che anche se rimane ancora ” disponibile “ per Matignon, non sarà a « ostacolo ».

“Offerta federativa” del signor Mélenchon

Per rafforzare questo appello, hanno preventivamente avvertito quante più personalità di sinistra possibile, facendo squillare i telefoni della deputata (ex LFI) di Seine-Saint-Denis Autain, di François Hollande, di Bernard Cazeneuve, del presidente della gruppo socialista dell’Assemblea nazionale, Boris Vallaud, o del primo segretario del Partito socialista (PS), Olivier Faure… Ufficialmente tutti accolgono con favore questo approccio con il tono unanime del “va bene!” Non dobbiamo restare apatici in un momento in cui il PFN sta perdendo slancio”. Anche se, come spesso accade, dietro le quinte, questo appello potrebbe ostacolare le strategie personali di ciascuno dei partiti.

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