Arrestati oltre 220 manifestanti, il presidente chiede all'Ue di “sbattere il tavolo”

Da allora, decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti ogni sera per protestare contro l’ennesima svolta filo-russa da parte del governo del Sogno georgiano. Fondato nel 2011 dall'oligarca vicino a Mosca Bidzina Ivanishvili, il partito, al potere dal 2012, rivendica il 53% dei voti e una nuova vittoria alle elezioni legislative dello scorso ottobre. Ma l'opposizione e le ONG denunciano un significativo sistema di frodi messo in atto dal Sogno Georgiano, che ha falsato il risultato elettorale.

220 arresti

La tensione cresce da più di un mese nell'ex repubblica sovietica di circa 3,7 milioni di abitanti. Nella notte tra domenica e lunedì, il ministero della Sanità locale ha annunciato che 37 persone sono state ricoverate in ospedale dopo la quarta serata di violenze nella capitale.

Dall’inizio delle proteste sono state arrestate più di 220 persone. Tra loro, decine di giornalisti ma anche diversi esponenti dell'opposizione come Zurab Japaridze, leader del movimento “Coalizione per il Cambiamento”, principale movimento di opposizione alle ultime elezioni.

Il presidente Salomé Zourabichvili, ex diplomatico francese in contrasto con il governo e sostenitore dei manifestanti, ha detto a France Inter che probabilmente la polizia viene “drogata in modo che la loro brutalità sia ancora più esacerbata”. Ha assicurato che non lascerà il suo incarico finché il Sogno georgiano non proporrà una successione “legittima e costituzionale”.

“La sfida per l’Europa di domani”

Salomé Zourabichvili ha anche chiesto all'Unione Europea di “sbattere il tavolo” per mantenere nella sua orbita la Georgia, che rappresenta una vera “posta in gioco per l'Europa di domani”. “La determinazione nelle strade non accenna a fermarsi” secondo il presidente.

Il mandato del presidente dovrebbe scadere il 14 dicembre e il Sogno georgiano vuole spingere Mikhail Kavelashvili a questa posizione. Questo ex calciatore, nazionale georgiano negli anni 2000, si è poi lanciato in politica e ha fondato nel 2022 il movimento “Power to the People”, un partito di estrema destra filo-russo.