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Tendete la vostra manina: noi ci siamo

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Pucela sarà sempre una città e uno stadio di dolci ricordi, un luogo che evocherà nei secoli dei secoli il puntín e quell’eterno mano a mano, le urla della gente fuori, uno spostamento massiccio per evitare di guardare una partita, un modo di raccontare il mondo che l’Atleti non è il calcio, è un’altra cosa. Ma ieri Pucela c’era, una partita fondamentale per tornare a pieno titolo in lotta per lo scudetto perché in precedenza il Barcellona aveva perso in casa contro il Las Palmas, che offriva la possibilità di avvicinarsi ai due punti. Dalle dieci alle due. Dall’avere tutto perso in ottobre all’avere tutto da guadagnare. Una motivazione imprescindibile che l’Atleti non disprezza. Ha vinto, ha segnato e ha convinto. Niente ma. Con la forza di cui Simeone si innamora.

La partita è stata molto simile a quella di Praga, stessi uomini con un solo cambio nell’undici, in cui è entrato Griezmann a scapito di Sorloth. Ci sono stati dieci minuti di indefinizione in cui il Valladolid, squadra ferita a morte, ha cercato di recuperare, di essere intenso, di essere organizzato, di prendere l’iniziativa e subito tutto è passato nelle mani dell’Atleti, che ha giocato il suo ruolo di favorito e ha iniziato a dominare il campo. partita, giocando con quasi dieci giocatori di campo nel campo avversario. Al 26′ è 0-1 in un’azione in cui Llorente ha assistito Lenglet, che ha agito da centravanti, spingendo la palla in rete. Il Valladolid subisce il colpo e appena nove minuti dopo Julián Álvarez chiude la partita. Un’azione di Giuliano, che si sta rivelando un polmone fondamentale per questo nuovo Atleti, conclusa con una ribattuta del portiere che l’istinto del ragno ha trasformato in gol. Da lì è stato un bel viaggio militare. Un’azione brillante sulla sinistra di prima palla conclusa con De Paul che ha segnato il tre a zero, che ha giocato una partita da incorniciare, correndo, lottando, sfruttando tutto il lavoro sporco di Barrios per riuscire a filtrare l’attacco, assist, e ha segnato. Prima dell’intervallo Simeone ha segnato il quarto, ma è stato annullato per un leggero fuorigioco rilevato dalla semiautomatica.

Nella ripresa Reinildo è entrato per Galán, che aveva visto il cartellino giallo, il Cholo non ha voluto sorprese e l’Atleti è uscito senza sosta, con l’intensità che il suo allenatore esige. Al 52′, una nuova galoppata di Simeone sulla destra si conclude con un muro da vertigine davanti a Griezmann e Julián e con il francese dentro l’area, che dribbla tre difensori con un colpo di tacco che lascia tutti a bocca aperta. indicò un lato e mise in piedi José Zorrilla. I tifosi del Blanquivioleta, stufi della loro squadra, si sono presi la libertà di applaudire in massa l’opera d’arte che Antonie Griezmann aveva appena lasciato sul campo.

Correa, Koke, Sorloth e Lino arrivarono negli anni Sessanta per rinfrescarsi e dare una nuova spinta, ma questa volta la squadra non era ambiziosa come a Praga, c’era una certa rilassatezza che a Simeone non piacque molto, ma tutto sommato , è bastato perché Alla fine, in un’azione avviata da Simeone, Correa ha spinto Sorloth in gol per chiudere la vittoria. Atleti tirò fuori la manina e avvertì che era di nuovo qui.

Foto: Atlético de Madrid

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