Questo è tutto lui!
Le bestie feroci venivano liberate nel tempio di Chalonnais, dove i puristi si ricompensavano con un grado di soddisfazione in forma ascendente. In un'atmosfera prevalentemente molto rock'n'roll, il cantante, assistito da musicisti eccezionali e appartenenti alla tradizione, tra i quali un armonicista ha dato prova della sua conoscenza, cosa rara in un'orchestra degna di nota, Jean-Baptiste Guégan avrà, per lo spazio di una serata, si comporta come se. Come se il capitano fosse ancora tra noi e la sua voce potente permettesse ai suoi ammiratori di entrare in trance. Questo mercoledì è bastato chiudere gli occhi, tornare indietro nel tempo e lasciare affiorare sensazioni emozionanti, quanto galvanizzanti. Un degno figlio spirituale, la bestia da palcoscenico di cui Jean-Baptiste è stato anche custode di un patrimonio culturale inestimabile. Ciò è dimostrato da una miriade di titoli che continuano a fiorire.
Piacere totale, un inno al passato attraverso il presente
” OH ! La mia bella Sarah”, “La incontro ogni mattina”, “Gabrielle”, “Marie”, “Non suonare rock'n'roll per me”, “Qualcosa dal Tennessee”, “Diego libero nella sua testa”, ” Tutta la musica che amo”, “Le bon temps du rock'n'roll”… una frangia di varietà francese che non smette mai di avere attacchi di febbre. C'era anche Re Elvis per procura, attraverso “That's all right”. Siero per gli assetati che erano impazienti di fare gli onori di casa.
Di Jean-Baptiste Guégan… di Jean-Baptiste Guégan, la sua immagine sputata!
Affidare a Jean-Baptiste unicamente il ruolo di sostituto, anche se di lusso, sarebbe riduttivo. Il desiderio di emancipazione e la propria identità lo hanno portato alla pubblicazione di tre album in studio, alcuni dei quali realizzati nella città di Niépce. “Stay the same” (album omonimo messo in vendita nel 2020), “La Cité des Bleuets”, “J’stop tomorrow” (album “Since it’s writing”, del 2019), “Le pays d’Armor” (album “Tutte le lacrime si asciugano”, uscito nel 2022). Queste canzoni, intervallate da quelle di Johnny, avranno regalato un bagno di freschezza, tanto quanto la personalizzazione di un artista seduto tra due sedie.
Cambiare marcia
Venti minuti prima del fischio finale, l'esecutore ha dovuto invitare il pubblico ad alzarsi, posizione eretta che non avrebbe abbandonato fino al riluttante momento dell'addio. Un ritmo del fuoco di Dio dovrebbe poi accelerare il bello ordinamento, un modo convincente di gettare le ultime forze nella battaglia. Con l'aiuto di titoli adattati a questo. “Il desiderio”, “Accendi il fuoco”, ancora una volta ha fatto emergere i brividi, e ha reso più attivo l'agitazione. Piccolo giro in platea per una migliore vicinanza, e ultima canzone per l'occasione come offerta finale: “Grazie”, tratta dal suo album “Since it's writing”. Un'espressione garbata anche da parte degli spettatori, con il divieto borgognone che sancisce gli scambi e “la fine delle ostilità”.
Michel Poiriault
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