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L’esercito siriano rilascia una dichiarazione sull’attacco ad Aleppo e Idlib

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L’esercito ha affermato in un comunicato: “Le nostre forze armate che operano sui fronti rurali di Aleppo e Idlib continuano a far fronte al grave attacco lanciato da organizzazioni terroristiche”, aggiungendo che le sue forze sono state in grado di “riprendere il controllo di alcuni punti che sono stati testimoni di violazioni in passato”. ore.”

Ha affermato che l’attacco ha utilizzato un’ampia gamma di armi pesanti e medie, oltre ai droni, e ha visto la partecipazione di un gran numero di militanti stranieri.

L’esercito siriano ha affermato di essere stato in grado di infliggere pesanti perdite agli aggressori, tra cui “uccidere e ferire centinaia di terroristi”, oltre a distruggere dozzine di veicoli militari e veicoli blindati.

L’esercito ha inoltre annunciato che durante gli scontri sono stati abbattuti 17 droni.

Ha aggiunto di aver rafforzato i suoi punti su tutti gli assi di impegno per garantire di respingere qualsiasi tentativo da parte di fazioni armate di penetrare nelle aree controllate dal governo, sottolineando che il controllo è stato ripreso su alcuni siti che avevano assistito a violazioni nelle ultime ore.

La dichiarazione includeva avvertimenti ai cittadini contro le notizie fuorvianti pubblicate da “gruppi terroristici attraverso le loro piattaforme mediatiche”, chiedendo di ottenere informazioni solo dai media ufficiali.

La dichiarazione afferma: “Questa campagna militare arriva in un momento delicato, poiché i civili vengono sempre più presi di mira nell’ambito delle operazioni militari in corso. Nonostante le pesanti perdite tra i terroristi, la situazione militare rimane complessa nella regione, con crescenti tensioni e il ritorno di scontri in nuove aree.”

Dopo battaglie durate più di 48 ore, le fazioni armate siriane e il gruppo Hay’at Tahrir al-Sham sono entrati nella città di Aleppo.

Le forze governative siriane hanno ripreso il controllo sulle aree delle campagne di Aleppo e Idlib durante le battaglie e gli accordi conclusi tra Turchia, Russia e Siria negli anni 2017 e 2018.

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