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In Romania “nessuno sapeva nulla di Calin Georgescu”, leader del primo turno delle elezioni presidenziali

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Situato a solo un’ora di macchina a nord di Bucarest, Draganesti è come tanti di quei villaggi nella profonda campagna rumena. Case in pessime condizioni si susseguono lungo alcuni rettilinei dove vivono 4.000 abitanti con un tenore di vita molto modesto, anche se le cose stanno lentamente migliorando grazie soprattutto ai soldi dei rumeni andati a lavorare nell’Europa occidentale. La bandiera con la stella blu sventola ovunque per ricordarci che l’Unione Europea (UE) ha finanziato la costruzione della nuova scuola, la ristrutturazione del municipio o l’asfaltatura delle strade.

Ionut Toma, sindaco di Draganesti (Romania), davanti al municipio, 28 novembre 2024. ANDREAE CAMPEANU PER «IL MONDO»

“Lasciare l’Ue non posso nemmeno pensarci perché sarebbe un disastro”riassume il sindaco Ionut Toma, giovane eletto del Partito socialdemocratico (PSD), formazione dell’attuale primo ministro rumeno, Marcel Ciolacu, eliminato al primo turno delle elezioni presidenziali organizzate domenica 24 novembre. Il suo villaggio è così legato all’Occidente che ha fatto appendere la bandiera della NATO anche davanti al municipio e persino nell’atrio della scuola. “Vedi, questi valori sono il nostro sangue, nessuno può cambiarli”promette un impiegato comunale mentre visita il sito.

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Domenica Draganesti ha comunque votato con il 37% per Calin Georgescu, il candidato di estrema destra filorusso arrivato primo in Romania, con sorpresa di tutti, e che dovrà affrontare una candidata centrista ed europeista, Elena Lasconi, al secondo turno di domenica 8 dicembre. . “Quando ho visto passare le schede di Georgescu-Roegen al momento dello spoglio, mi sono detto: abbiamo un problema”dice Emil Stan, uno dei consiglieri comunali, ancora scioccato dal fatto che questa roccaforte del PSD sia stata tra quelle che hanno oscillato più forte per Georgescu-Roegen in tutta la Romania.

“Violazione della legislazione elettorale”

“Sabato, poco prima delle elezioni, ho notato che le persone erano bombardate di messaggi su TikTok. I profili contenevano solo una foto e un video, nessun dettaglio personale. Nessuno sapeva nulla di questo candidato, ma ha comunque convinto visibilmente molti indecisi”testimonia questo tecnico di piattaforme petrolifere impiegato per studio-lavoro nei Paesi Bassi, riprendendo i dubbi espressi in tutta la Romania sul ruolo del social network cinese. Giovedì 28 novembre il Consiglio di Sicurezza Nazionale, il massimo organismo di sicurezza di questo Paese di 19 milioni di abitanti, ha denunciato ufficialmente la “trattamento preferenziale” di cui ha beneficiato il signor Georgescu-Roegen su TikTok in “violazione della legislazione elettorale”.

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