Foto Romanews.eu
>Strana partita, tra due strane squadre e, a questo proposito, il Tottenham ancora di più. Lo spettatore neutrale in questi casi solitamente si diverte; i tifosi dell’una o dell’altra maledicono il giorno in cui hanno scelto di seguire il football. Sarebbe potuta finire in vari modi, oggettivamente, così come bisogna dire che il maggior numero di parate le ha effettuate Svilar.
È ancora una fase di convalescenza per la Roma, bisogna ulteriormente alzare la dose antibiotica dell’autostima. Però, come a Napoli e con maggiore spazio in fase offensiva, abbiamo visto una squadra che resta in partita, pur se vittima ancora di troppi errori tecnici individuali e con troppi duelli persi in campo aperto.
Il Dottor Ranieri è il primo a sapere che i “farmaci” da dosare sono più d’uno, ma l’infezione la si debella solamente tornando in fiducia, ma non soltanto per alcuni tratti di gara alternati ad altri in cui Hummels (molto meglio nel secondo che nel primo tempo, il tedescone) e compagni si mostrano ancora troppo arrendevoli con troppi metri di campo lasciati sguarniti alle loro spalle.
Al Mister di San Saba facciamo ci sentiamo di rivolgere più che altro un augurio, per ciò che riguarda l’impatto agonistico dei giallorossi sulle partite che verranno: che la sua squadra somigli sempre di più a Koné, il giocatore che si muove da leader naturale e che con la sua intensità, ove ulteriormente responsabilizzato, sarà sempre più in grado di trascinare i compagni.
Anche stasera, a ben vedere e al di là degli episodi, i suoi tempi di gioco hanno tenuto la Roma viva e complicato i piani degli Spurs nel rilanciare l’azione: vedrete, sin dalla gara contro l’Atalanta, che attorno a lui verrà allestita una squadra più compatta e più identitaria.
Paolo Marcacci
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