la sentenza si spiega con “un insieme di circostanze aggravanti”, secondo Antoine Regley, avvocato specializzato in diritto stradale

Giovedì 28 novembre è stata comminata una condanna a sette anni di reclusione nei confronti dell'uomo che ha investito a morte Antoine Alléno, figlio dello chef Yannick Alléno. “È grave di per sé, ma può essere spiegato (…) da tutta una serie di circostanze aggravanti”indica Antoine Regley, avvocato in diritto stradale, ospite di Autrement dit, giovedì. Tra queste circostanze figurano la fuga dell'autista e il suo consumo di alcol. “Abbiamo un imputato che aveva già sei voci nel casellario giudiziale”aggiunge.

Con questa sentenza la giustizia vuole lanciare un messaggio di fermezza. “Non penso che questa sentenza, né questo dossier, sia indicativa di ciò che sta accadendo nei tribunali (…) dove le sentenze sono generalmente molto più basse”spiega l'avvocato specializzato in diritto stradale. Lo chef Yannick Alléno ha pubblicizzato il suo dramma personale. “In un caso pubblicizzato, la giustizia a volte manda messaggi”conclude Antoine Regley.

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