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C1: Il Liverpool si è preso la rivincita su Thibaut Courtois e Real Madrid

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Nell’aria aleggiava allora il profumo inebriante delle serate europee in cui tutti i tifosi dei Reds del Liverpool evacuano tra due o tre pinte l’attesa nata da una giornata contando le ore prima del calcio d’inizio quella notte fredda che li riscaldava. Sugli schermi sono balenate le immagini della famosa finale del 2022. Molti cercano di espiare i fantasmi di Saint-Denis. Perché dobbiamo dimenticare almeno altrettanto la caotica atmosfera dionisiaca quanto la crudeltà di questa sconfitta che portava il sigillo di un uomo: Thibaut Courtois. Il suo capolavoro personale, con nove sfilate, conservate da qualche parte nella memoria collettiva. Una serata che ha contribuito ad alimentare la sua leggenda personale, visto che vinceva la sua prima Champions League e contemporaneamente diventava il passeggero degli incubi dei Reds, lui il becchino dei loro sogni. Che credeva di poter ancora tormentare. Invano questa volta.

Courtois dovette lavorare molto rapidamente

Sotto gli occhi di Rafael Nadal, il portiere si è affermato ancora una volta come uno dei protagonisti di questo summit. In questo stadio dove non sappiamo più se sono le ondate offensive a scandire le canzoni o il contrario, Courtois ha dovuto lavorare molto rapidamente.

Senza di lui, Mbappé sarebbe stato ancora più criticato perché la sua perdita di palla era evitabile e aveva quasi gravi conseguenze al termine di un’azione in cui il portiere si è rilassato contro Nunez prima di vedere Asencio passare molto vicino alla porta contro la sua squadra (4°). .

Champions League: il Real Madrid soffre la legge del Liverpool

I suoi duelli con l’uruguaiano sono stati un filo conduttore nel primo tempo, sia quando l’attaccante lo ha fallito da distanza ravvicinata (23°) sia quando il suo colpo di testa ha mancato di poco il punto in cui il limburghese dava l’impressione di essere sulla traiettoria (34°). E quando si è ricordato di quanto velocemente sarebbe potuto cadere a terra sdraiandosi su quello di Bradley (51esimo), il kop a cui era appoggiato ha tremato. Prima di esultare. E la tribuna di Anfield è letteralmente scossa di felicità, di sollievo su questo tiro-cross di Mac Allister su cui nemmeno Courtois ha potuto nulla (52esimo). Una prima volta. Poi un secondo in cui Kelleher devia magistralmente il rigore di Mbappé con una furia proporzionale alla stupidità dell’errore commesso da Robertson su Vazquez (59esimo). Prova che sicuramente niente va bene per il francese, irriconoscibile e indolente a peggiorare le cose. E chi sicuramente non si consolerà di aver visto Salah fallire anche dal dischetto non mirando il suo tiro (69esimo).

In una squadra che non ha tirato in porta fino all’89esimo e che dovrà lavorare sodo per qualificarsi almeno ai play-off, l’allenamento quotidiano con Courtois che ha evitato la debacle uscendo con largo vantaggio su Diaz (90e) non consentirgli di ricostruire la fiducia al livello più basso. Un po’ come le botti di birra del Park definitivamente sepolte dopo il colpo di testa di Gakpo, troppo solo per mancarlo (77esimo).

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