Il deputato Jean-Philippe Tanguy insiste e sottoscrive la volontà dei deputati della RN di sostenere una mozione di censura per rovesciare il governo. Lo specialista in bilancio ritiene che Michel Barnier “non abbia contattato” Marine Le Pen negli ultimi giorni.
Un avvertimento che non prende le parti del Raggruppamento Nazionale. Nonostante le parole di Michel Barnier che ha parlato di “una tempesta” in caso di caduta del suo governo questo martedì 26 novembre sul TF1, gli eletti di Marine Le Pen persistono e firmano.
“Voteremo la mozione di censura con il Nuovo Fronte Popolare (NFP)”, ha assicurato il deputato del RN Jean-Philippe Tanguy durante una conferenza stampa questo mercoledì mattina alla BFMTV.
Una mozione di censura sempre più vicina
Il Primo Ministro rischia di cadere la prossima settimana sul bilancio della Previdenza sociale dopo l'attivazione molto probabile della 49.3, questa cartuccia istituzionale che permette l'adozione di un bilancio senza votazione. In cambio, questa possibilità apre la possibilità alle opposizioni di presentare una mozione di censura.
Sulla carta ha tutte le possibilità di essere adottato. Sommando i voti del RN e di tutta la sinistra si ottengono 320 voti, ben più dei 289 necessari.
Se Michel Barnier si è rivolto alla RN sulla questione della rappresentanza proporzionale, incaricando il politologo Pascal Perrineau di una missione sull'argomento e menzionando un gesto “per preservare il potere d'acquisto”, l'inquilino di Matignon n non ha risposto proprio a le richieste del RN.
“Linee rosse”
Marine Le Pen ha parlato delle sue “linee rosse” dopo un colloquio di lunedì con il Primo Ministro sul bilancio dello Stato. Tra questi troviamo l’abbandono dell’aumento delle tasse sull’energia elettrica, la deindicizzazione delle pensioni all’inflazione o addirittura la riduzione del rimborso di alcuni medicinali.
Pur giudicando di non aver visto la “mano tesa” di Michel Barnier sul bilancio di Jean-Philippe Tanguy, assicura di “non cercare una misura” in particolare ma difende “un equilibrio globale”.
Questo specialista del bilancio ha approfittato della sua conferenza stampa anche per rispondere al ministro degli Interni Bruno Retailleau.
“A volte vota su cose con i tuoi nemici politici.”
“Non credo alla mozione di censura. Per questo, la signora Le Pen dovrebbe accettare di mescolare i suoi voti con quelli della LFI”, ha criticato l'inquilino di Place Beauvau, citando una proposta a sostegno della sua dichiarazione di legge di ribelli con l'accusa di favoreggiamento del terrorismo, fortemente criticato dal RN.
“Le istituzioni e la realtà democratica impongono di votare talvolta con i propri nemici politici. Così è. Ciò che conta è l'effetto”, presume Jean-Philippe Tanguy.
Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos per La Tribune Dimanche, il 53% dei francesi è favorevole a votare una mozione di censura del Parlamento contro il governo di Michel Barnier.
Marie-Pierre Bourgeois e Anne Saurat-Dubois
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