Im Theatersaal spricht Verlegerin Gleba von der Gunst der Stunde, in die die Veröffentlichung falle, von einer „Situation, in der politische Akteure mitunter so wirken, als führten sie ein Shakespeare-Drama auf“. Sie lobt die „Erzählkunst“ Angela Merkels und ihrer Co-Autorin und ehemaligen Büroleiterin Beate Baumann, woraufhin im Publikum einige, die das Buch schon kennen, leise vor sich hinkichern. Schließlich verschwindet sie, die Bühne ist leer, die beiden Stühle darauf auch. Die Theaterkulisse dahinter zeigt hohe Häuser bei Nacht.
Und dann hört man eine vertraute Stimme aus dem Off, es ist die der ehemaligen Kanzlerin, die, wie in einem Hörbuch, die Einleitung ihrer Memoiren vorliest. Die Journalistin Anne Will, die den Abend moderieren wird, betritt die Bühne, gefolgt von Merkel selbst, schwarze Hose, weißer Blazer. Baumann fehlt. Diese, so erfährt man, befinde sich hinter der Bühne und werde auch im weiteren Verlauf des Abends im Verborgenen bleiben. Sie hätten unterschiedliche Rollen, erklärt Merkel, sie selbst übernehme die Auftritte in der Öffentlichkeit, „Frau Baumann“ habe andere Aufgaben. Geschrieben hätten sie das Buch aber zusammen, sich über die Komposition verständigt und dann jede ihren Teil zu Papier gebracht und anschließend zusammengefügt. Eine für eine ehemalige Kanzlerin ungewohnte Arbeit: „Am Computer am Schreibtisch zu sitzen“, sagt sie, „war eine neue Erfahrung, weil man das als Bundeskanzlerin nicht macht, da kriegt man alle Schriftstücke vorgelegt“.
Das Publikum begrüßt mit Applaus nun also auch die unsichtbare Beate Baumann. Kurz stellt man sich vor, dass Baumann als Stimme aus dem Off den weiteren Verlauf des Gesprächs kommentieren werde. Doch bleibt die Unsichtbare stumm hinterm Vorhang.
“Chi vorresti che fosse nella tua storia?” è la domanda chiave di Anne Will questa sera. Dall’infanzia nella DDR, allo “spazio protettivo” che la sua famiglia le ha offerto durante la dittatura, ai partiti come “macchine di potere”, all’ambizione e alla “volontà assoluta di potere”, dall’essere donna in politica a Putin e alla guerra in Ucraina, Will affronta tutti i punti con la Merkel. La particolarità della conversazione è che – da quando la grande conversazione dello “Spiegel” con l’esclamazione della Merkel “Uomini!” è apparsa in copertina lo scorso fine settimana – sono già stati pubblicati così tanti testi, commenti e recensioni del libro che l’impressione di una prima viene difficilmente trasmesso. Piuttosto, sul palco – questo è l’effetto della grande macchina del marketing librario ormai avviata – entrambi commentano anche i commenti già esistenti sulla “libertà”. Anne Will annuncia di aver avuto un colloquio preliminare con la Merkel il giorno prima, che ha registrato come episodio del suo podcast “Politics with Anne Will” e che pubblicherà in seguito. Continua a tornare sul podcast, che non è solo un’autopromozione invadente, ma toglie anche l’immediatezza della conversazione sul palco raccontando a Will cosa ha chiesto ieri alla Merkel e cosa ha detto in risposta.
E anche la Merkel, che si rivela un’assidua lettrice dei testi pubblicati quella sera per il suo libro, si lascia coinvolgere nell’interpretazione delle interpretazioni: quello che trova un po’ strano, dice, è che alcuni ora dicono che non c’è niente di nuovo in esso il suo libro, “cose davvero fantastiche”: “Immaginate”, disse la Merkel a Will, “ora pubblicherei le mie sensazioni su ciò che la gente direbbe di me! Si direbbe che ci abbia mentito per tutto il tempo!” Il pubblico a questo punto ride e Angela Merkel sorride ed è contenta della risposta. Agisce semplicemente come se il segreto, la segretezza (di cui è così orgogliosa), il controllo dell’informazione, non appartenesse allo spazio politico, ma suggerisse piuttosto che tutto è sempre stato aperto e le sue azioni trasparenti. Lo dice per sottolineare la sua “onestà” (parola che usa anche altrove). Perché a quanto pare questo dovrebbe essere il suo messaggio principale: io, Angela Merkel, sono sempre stata “onesta” e ho preso tutte le decisioni in modo tale che, guardando indietro, le prenderei di nuovo allo stesso modo. No, non me ne pento. In una conversazione con Will, ha difeso con insistenza il suo rifiuto dell’ammissione dell’Ucraina al vertice della NATO di Bucarest nel 2008. Il fatto che possano esserci decisioni sbagliate nella formazione politica del futuro può capitare ad altri, ma evidentemente non ad Angela Merkel: “ È di per sé un suggello di approvazione il fatto che io dichiari che si è trattato di un errore?”.
“Chi scrive veramente la storia di un cancelliere?” si chiede alla fine Anne Will. La Merkel ha già pensato alla risposta: “La storia di un cancelliere nasce da una varietà di storie sul cancelliere, tra cui la storia del cancelliere e della signora Baumann sul cancelliere, nell’atrio del teatro ci sono già le pile di libri”. diventano notevolmente più piccoli dopo l’evento e le persone si mettono di nuovo in fila.
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