Diverse fonti vicine al caso, confermate da fonte giudiziaria, hanno riferito all'AFP che la Camera di inchiesta ha confermato le ordinanze dei due gip accertando la mancata prescrizione dei fatti e respingendo una richiesta di nullità.
Prima dell'udienza diverse fonti della difesa avevano fatto sapere che in caso di sconfitta il signor Kohler e gli altri due alti funzionari statali implicati avrebbero presentato ricorso. Ma al termine dei lavori nessun difensore ha voluto commentare.
Il braccio destro di Emmanuel Macron è incriminato dal 2022 per acquisizione illegale di interessi per aver partecipato come alto funzionario dal 2009 al 2016 a diverse decisioni relative all'armatore italo-svizzero gestito dai cugini di sua madre, la famiglia Aponte.
Il signor Kohler è stato implicato per la prima volta per fatti risalenti agli anni 2009-2012, quando era rappresentante dell'Agenzia statale per la partecipazione (APE) nel consiglio di amministrazione di STX France (ora Chantiers de l'Atlantique), ma anche il consiglio di amministrazione del Grand Port Maritime du Havre (GPMH).
È quindi sospettato di aver partecipato, tra il 2012 e il 2016, alle scelte sui dossier che coinvolgevano la MSC a Bercy, nel gabinetto di Pierre Moscovici e poi di Emmanuel Macron.
Fin dall'inizio, la difesa di Alexis Kohler sostiene da un lato di essersi sempre tenuto lontano da qualsiasi decisione relativa a MSC e di aver informato i suoi superiori dell'esistenza di legami familiari “ben oltre i suoi obblighi etici”.
D'altro canto, garantisce al termine di un calcolo giuridico che almeno una parte dei fatti, anteriori al 2014, siano prescritti.
La Camera d'inchiesta, che ha studiato il caso a porte chiuse il 1° ottobre, ha adottato martedì una posizione diversa dal pubblico ministero, favorevole alla prescrizione, confermando un'ordinanza dei gip dell'aprile 2023 con la quale concludevano che il i fatti non erano prescritti, in particolare a causa degli “atti positivi volti a nascondere” questo presunto conflitto di interessi attribuiti al sig. Kohler.
Tale posizione consente di collocare l’inizio dei termini di prescrizione nel momento in cui sono stati rivelati da Mediapart, nel maggio 2018, e quindi di far scattare il procedimento.
Per i giudici, il signor Kohler ha infatti nascosto questo collegamento limitandosi ad informare in “maniera riservata” i suoi diretti collaboratori ed ha optato per una “deliberata non rivelazione di tale legame ai maggiori” interlocutori istituzionali o economici coinvolti con lui in orientamenti in materia MSC.
Due ex dirigenti dell'APE, Bruno Bézard (2007-2010) e Jean-Dominique Comolli (2010-2012), implicati per il loro “patto di silenzio” con Kohler che deriverebbe da un “imbarazzo” riguardo a questa situazione, la loro Martedì è stata respinta anche la richiesta di riconoscimento della prescrizione.
Io Jean-Baptiste Soufron, avvocato di Anticor, parte civile all'origine del rilancio delle indagini dopo la chiusura di un'indagine preliminare nell'agosto 2019, ho descritto all'AFP la decisione come “soddisfacente, soprattutto alla luce dei numerosi tentativi di seppellire il dossier, anche da parte dello stesso presidente (Emmanuel Macron).
Emmanuel Macron aveva fornito un “certificato di datore di lavoro”, una nota versata alle prime indagini, per scagionare il collega. In seguito, aveva espresso pubblicamente in più occasioni la sua “fiducia” nel suo “onesto” braccio destro e riteneva che “la procedura non fosse terminata”.
Le indagini sono chiuse dall'aprile 2023 e, salvo il parere della Corte di Cassazione in caso di ricorso, il PNF sarà poi chiamato a prendere le sue istanze e scegliere se mantenere la sua posizione iniziale di opposizione all'accusa o schierarsi il parere della corte d'appello e dei giudici inquirenti.
Quest'ultimo avrà poi l'ultima parola sull'eventuale svolgimento di un processo penale.
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