Circa un migliaio di persone hanno partecipato ieri alla manifestazione centrale degli eventi della Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, che ha riunito un migliaio di persone nella capitale sotto un freddo intenso che si è fatto sentire.
“Nemmeno un'aggressione senza risposta”, “Il machismo è terrorismo” e altri slogan tradizionali hanno scandito il percorso iniziato nella Plaza de Guzmán e conclusosi a Botines con la lettura del manifesto. “Putero al calderone e Errejón il primo”, hanno cantato anche i manifestanti, che erano la maggioranza.
“Il 26% degli assassini sessisti nel 2023 era stato precedentemente denunciato per violenza di genere. Il 16% aveva ordini restrittivi in vigore che non hanno rispettato per commettere l'omicidio. In questi casi, le istituzioni non hanno applicato misure di protezione per le vittime in una situazione di noto rischio estremo”, denuncia il manifesto, letto al termine della manifestazione nei pressi di Plaza de Botines.
La delegazione era guidata dalla Piattaforma contro la violenza sessista della capitale. Si sono viste anche l'associazione Simone de Beauvoir, la Piattaforma Abolizionista, UGT e CCOO, Gioventù Comunista, UPL, PSOE, IU, PCE ed altri gruppi, gli altri senza striscioni allusivi ma con una presenza testimoniale.
“Non possiamo permetterci altre condanne come quella di Murcia, che ha lasciato per strada alcuni imprenditori che violentavano minorenni”, ha denunciato Encina Gutiérrez, portavoce dell'organizzazione. “Né possiamo consentire all'ondata politica di guardare dall'altra parte quando viene incoraggiata la negazione della violenza sessista”, ha osservato in una velata allusione a Vox.
Gli slogan che si cantavano lungo il percorso erano i più vari: “Putero al calderone ed Errejón il primo”
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