Il Messaggero (S. Carina) – A rileggerlo al fischio finale, l’inedito in anteprima e postumo di Pino Daniele, Ancora (ancóra), che aveva emozionato il Maradona prima del fischio d’inizio era stato un avvertimento. Again, la Roma esce sconfitta a Napoli (dove non vince dal 2018) e in trasferta (ultimo successo datato 25 aprile); again o se preferite ancora il gol che decide la gara nasce da un errore di Angeliñol’ennesimo di una stagione fin qui da dimenticare, e da un’indecisione di Hummels, schierato a sorpresa nella ripresache per non replicare l’autorete di Firenze si fa anticipare dall’di Lukaku; ancora una volta la squadra si mostra fragile in avanti (una traversa di Dovbyk, l’errore di Baldanzi e poco altro).
La solita Roma, quindi, anche nel nuovo formato Ranieri? Noperché qualcosa di diverso si è visto e non sarebbe giusto addossare al tecnico di San Saba colpe altrui dopo aver avuto il gruppo a disposizione per appena tre giorni. Ma chi pensava bastasse normalizzare la Roma a parole, dopo ieri sera ha capito che la situazione è più seria di quello che si poteva immaginare. Perché se è vero che la Roma gioca la sua onesta partita, appare più equilibrata rispetto al solito e tiene testa al Napoli, tornato primo in classifica, fino al 90′, la classifica dice 13 punti dopo 13 gare.
E dopo il Tottenham in settimana, che già somiglia ad un crocevia per strappare almeno un posto nei playoff in Europa League, lunedì all’Olimpico arriverà l’Atalanta. Insomma il pronto intervento Claudio dovrà inventarsi qualcosa. Che non possono essere i due minuti concessi a Dybala nel finale, la panchina di Soulé o la sorprendente decisione di chiudere la partita schierando insieme Dahl, Abdulhamid e Hummels, fin qui mere comparse.
Senegal
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