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Italiano all’esame della Lazio. La sfida dell’Olimpico può avvicinare la vetta: “Bologna, guarda lassù”

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La novità è che Vincenzo Italiano ha fretta. Non in sala stampa, dove ieri si è dato senza veli e, soprattutto, senza intasare le numerose domande: Italiano ha fretta in classifica.

Ascoltate il suo messaggio: “Rispetto a chi ci precede siamo un po’ indietro, ma fino a qualche partita fa il ritardo era enorme. Adesso veniamo da tre vittorie consecutive e siamo entusiasti: se vogliamo recuperare con chi ci precede, o almeno stargli dietro, dobbiamo dare continuità a questi risultati e migliorare ulteriormente le nostre prestazioni”. L’idea di un italiano che guarda alle zone nobili della classifica è un’ottima notizia per chi non si rassegna all’idea che il Bologna, dopo aver messo insieme una stagione da sogno, debba rassegnarsi a un anno di transizione, di rimpianti e di rimpianti. inutili paragoni con il passato.

Stasera all’Olimpico, però, la prova è dura. La Lazio di Baroni è una macchina quasi perfetta che ha vinto 10 delle ultime 11 partite. Era dal 2020 che i biancocelesti non sfioravano così la vetta, anche se oggi sfidano un Bologna che ha perso solo nella seconda giornata di campionato, nella trasferta di Napoli del 25 agosto (0-3), e che nei tre mesi successivi ha messo insieme 9 risultati utili consecutivi. Solidità è la parola chiave: ma anche gruppo.

“Orso che mi è salito sulla spalla per festeggiare a Roma mi ha lasciato il mal di schiena – racconta con un sorriso italiano -. Ma questo è un gruppo sano. Uno per tutti e tutti per uno: e ci sono tre o quattro allenatori in campo , non solo De Silvestri”.

Il discorso scivola a ‘Lollo’ perché l’amuleto rossoblù (4 partite da titolare e altrettante vittorie) potrebbe vincere anche oggi al ballottaggio con Posch in una difesa che tra i pali perde Skorupski (influenza) e promuove Ravaglia. Ma con i tanti incontri ravvicinati che, tra campionato, Champions League e Coppa Italia, attendono i rossoblù da qui a fine gennaio “devono essere tutti con la tensione”, avverte Italiano.

Compreso chi, in questo momento, si rincorre nelle gerarchie. Il pensiero va a Dallinga, che anche oggi rischia di partire dalla panchina.

“Gli ho detto che un attaccante con le sue qualità deve vivere per il gol e provarci sempre, anche in allenamento, senza perdere la fame necessaria”, dice Italiano.

Post scriptum: “Thijs mi ha raccontato la teoria del ketchup, una cosa che viene da un suo vecchio allenatore, e devo dire che mi ha convinto”. In altre parole: per far uscire il ketchup a volte bisogna faticare, picchiando sul barattolo, ma appena esce il ketchup (tradotto: arriva il primo gol) non si ferma più.

C’è anche il corner amarcord: “Baroni è stato mio compagno al Verona (oltre ad averlo avuto come vice allenatore quando Malesani era sulla panchina dell’Hellas, ndr). Durante il ritiro mi chiudevo nella sua stanza per sentire racconti su Maradona, di cui ero un grandissimo tifoso e che era stato suo compagno di squadra al Napoli. Sarà bellissimo rincontrare Baroni”.

E sarebbe ancora meglio batterlo.

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