Dopo quasi cinque mesi, numerosi rinvii di udienze e ricorsi procedurali, il sistema giudiziario argentino esaminerà finalmente questo lunedì, 25 novembre 2024, la richiesta di archiviazione del procedimento presentata dagli avvocati di Hugo Auradou e Oscar Jegou, i due giocatori di Rugby francesi accusato di stupro aggravato a luglio.
Nel centro giudiziario di Mendoza, gli avvocati della ricorrente, una 39enne argentina madre di due figli, e quelli dei giocatori Hugo Auradou e Oscar Jegou dibatteranno a porte chiuse il licenziamento chiesto a fine agosto dai rappresentanti dei due giovani nazionali. La Procura chiederà inoltre l'archiviazione del pubblico ministero, come annunciato al termine delle indagini.
Il giudice che presiede l'udienza potrebbe rendere la sua decisione immediatamente, o più probabilmente metterla in discussione entro pochi giorni, secondo le parti in causa.
A 11.000 km di distanza, i due 21enni, rientrati in Francia a inizio settembre dopo il via libera dei campi argentini, hanno ripreso la loro vita da rugbisti: da ottobre per Auradou, da novembre per Jegou. Entrambi hanno giocato di nuovo questo fine settimana nella Top 14.
UN “normalitàSportivi che farebbero quasi dimenticare che restano accusati di stupro aggravato perché commesso in un incontro, rischiando tra gli otto e i 20 anni di carcere se giudicati colpevoli. Se ci sarà un processo, che la Procura quindi non prende in considerazione.
Un divario tra le versioni
Auradou e Jegou sono accusati di presunti fatti accaduti nella notte tra il 6 e il 7 luglio in una camera d'albergo di Mendoza, dove il XV francese aveva appena disputato un test match contro l'Argentina, seguito da un “terza metà”. Entrambi hanno affermato fin dall'inizio che i rapporti sessuali con la denunciante, avuta in una discoteca, erano consensuali e privi di violenza.
L'avvocato del denunciante, invece, ha denunciato uno stupro “violenza terribile”. Se il consenso o meno sia al centro dei casi di stupro, il divario in questo caso è apparso spettacolare tra le versioni radicalmente opposte dei protagonisti. Unica convergenza: ci sono stati infatti atti sessuali nella camera d'albergo tra i giocatori e il denunciante, e in un contesto alcolico.
Nel corso delle indagini, analisi di testimonianze, immagini di videosorveglianza, messaggi audio (del denunciante con un amico, in particolare), “è chiaro (…) che l'accusa iniziale ha perso forza”aveva alzato la parola autorizzando il ritorno in Francia dei giocatori. Che aveva trascorso, all'inizio di luglio, poco più di una settimana in custodia cautelare, poi quasi un mese agli arresti domiciliari. Per i loro avvocati, il caso è quello di a “denuncia scandalosa”E “menzogna malintenzionata (…) con fini finanziari” risarcimento, “altrimenti non c'è altra spiegazione”dice Me German Hnatow con il senno di poi.
Il “post-Mendoza” nel rugby
Natacha Romano, l'avvocato della querelante – un altro si è dissociato dal caso – sostiene che il suo cliente non ha acconsentito ed è stato atrocemente aggredito. E durante tutto il procedimento, secondo lei, ha attaccato sempre più la giustizia “parziale”o anche su ordine: l'avvocato dei giocatori è il fratello del ministro della Giustizia. La stessa denunciante, “Maria”, ha espresso la sensazione di essere stata “abbandonato” dai tribunali argentini. Io Romano, che non parla con i media da più di un mese, ho provato a far ricusare i due procuratori incaricati dell'indagine, per poi giudicarla nuovamente venerdì scorso.
Ricorsi respinti. “Incessanti tentativi di ostacolare, ritardare, cavillare”ha inveito il signor Hnatow, mentre il tono si alzava tra gli avvocati argentini. Con da una parte il denunciante minacce di future denunce contro l'avvocato di un calciatore, dall'altra l'accenno sempre meno velato a future “richieste di riparazione” dai giocatori.
Rugby francese, in tutto questo? Continua a digerire l'onda d'urto del “la notte di Mendoza” – dove un altro giocatore, Melvyn Jaminet, aveva fatto commenti razzisti sui suoi social network, per i quali è stato sospeso.
Tre vittorie per i Blues durante il tour autunnale hanno restituito la preminenza al campo, ma “post-Mendoza” La promessa delle autorità francesi del rugby è in corso: sull'ambiente di vita, sul consumo di alcol, sull'andamento delle tournée, sulla prevenzione, sulle possibili sanzioni.
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