Riprendere : Settembre 2022, Béatrice Dalle arriva in Italia. All'origine di questo viaggio c'è il desiderio di seguire le orme di Pier Paolo Pasolini, l'uomo della sua vita. Da Est a Ovest, da Nord a Sud, viaggia attraverso gli scenari del suo sogno affinché avvenga l'incontro. Questo film racconta la storia della sua ricerca…
Critica: Presentato al Festival di Locarno 2024, La passione di Beatrice è nato dal desiderio di Fabrice Du Welz di girare un documentario su Béatrice Dalle, dopo non aver potuto dirigere l'attrice in viniano et Alleluia. Ben presto è emerso il desiderio di incrociare il suo ritratto con quello di Pasolini, anche a causa dell'ammirazione dell'attrice per il regista di Teorema e dall'altro punti in comune tra questi due artisti così dissimili nell'apparenza: genere, attività, personalità… Ma l'interprete di 37°2 al mattino et La vendetta di una donna ha vissuto, come il poeta-cineasta, un viaggio caotico e si è anche bruciata le ali nel rapporto con gli altri, nel rischio e nelle dipendenze. Scritto in collaborazione con lo sceneggiatore Clément Roussier, che accompagna Béatrice Dalle nel suo viaggio italiano, La passione di Beatrice parte da un pretesto insolito e innocuo: seguire le orme del poeta italiano, fermandosi in alcuni luoghi che ne svelano la vita e l'opera: Bologna, Roma, Venezia, ma anche Ginosa o Castel del Monte.
- © 2024 Saint Laurent Films, Vixens / Carlotta. Tutti i diritti riservati.
Il lungometraggio, che beneficia di un bellissimo bianco e nero di Marco Graziaplena, è formalmente elegante, in linea con quanto riportato da Cinema, cinemalo spettacolo cult di Michel Boujut e Anne Andreu, negli anni '80 Il cinefilo appassionato dell'opera di Pasolini e della filmografia e recitazione di Dalle non può che interessare, soprattutto perché le testimonianze di persone vicine a Pasolini o di specialisti gettano una luce istruttiva. dalla sceneggiatrice Dacia Maraini all'archivista Roberto Chiesi, dal ristoratore Sergio Leoni al cineasta Abel Ferrara, che aveva raccontato gli ultimi giorni del cineasta nel suo Pasolininel 2014. Béatrice Dalle, inevitabilmente onnipresente in questo road movie come nessun altro, è deliziosa nella sua franchezza, umorismo oscuro e sensibilità.
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Ma, e questo è uno dei limiti del documentario, posa un po' troppo davanti alla telecamera e talvolta finisce per fare troppo, il che non impedisce allo spettatore di apprezzare le sue osservazioni, che sono comunque toccanti, anche se Rimango un po' frustrato nel vederla parlare così poco dei suoi incontri professionali, visto che la diva è stata comunque in tournée con Beineix, Doillon, Bellocchio, Claire Denis, Lelouch o Haneke. Una lunga inquadratura fissa illustra anche il fascino e i difetti del sistema: l'attrice assiste, in lacrime, alla proiezione di Il Vangelo di San Matteocome un triplo omaggio, a Pasolini, ma anche a Dreyer (era chiaro fin dal titolo del documentario) e Godard. Che le lacrime siano sincere o artificiali non importa: il momento è davvero grazioso, pur essendo un'idea un po' facile. Comunque, La Passione secondo Beatrice merita una deviazione e potrebbe essere un pretesto per scoprire o rivedere, oltre ai film già citati, questi vertici della settima arte che sono Accattone O Salò o le 120 giornate di Sodoma.
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