L'OM ha sofferto, soprattutto in avvio di gara, ma ha poi confermato il suo buon momento fuori casa al termine di un finale incredibile.
Foto del nostro inviato speciale a Lens, Frédéric SPEICH
Cos'è una partita di calcio, la differenza tra uno o tre punti e magari il destino di un'intera stagione? Quattro minuti sospesi, un fallo su Bilal Nadir non segnalato da Éric Wattellier, un contropiede di Lensois, il pareggio, Brice Samba che corre come un forsennato lontano dalla lunetta, uno stadio Bollaert in fiamme, poi l'esitazione e, dopo un breve controllo , un gol del Lensois annullato seguito da un gol molto reale di Pierre-Emile Hojbjerg su punizione diretta.
Quattro minuti, quindi, che, grazie alla magia di un arbitro che aveva perso il fischio, del VAR e delle sue zone grigie, hanno trasformato un 2-2 in 3-1, hanno consolidato il posto dell'OM sul podio, e hanno permesso di evitare una crisi che avrebbe potuto peggiorare una settimana prima di ricevere Monaco. Ma probabilmente non saranno tranquille neanche le notti di Roberto De Zerbi in attesa dell'arrivo della seconda miglior squadra della Ligue 1, status al quale deve aspirare anche l'Olympique.
Sabato, se le sorti dell'incontro si fossero decise tra l'85' e l'89', avrebbero potuto però pendere a favore dei lensois per tutto un primo periodo in cui i compagni di Leonardo Balerdi si sono trovati sul filo del rasoio, non proprio in equilibrio ma senza mai cadere, talvolta salvati dal precipizio da un sempre impeccabile Geronimo Rulli o dalla goffaggine degli avversari. “La realtà del calcio si decide in base ai gol“, ha giustamente riassunto l'amarezza di Will Still riguardo all'efficacia della sua squadra e dell'arbitraggio.
Diamolo al tecnico belga: la sua squadra ha dominato. 17 tiri contro 7, 1,93 obiettivo atteso contro 1,19, che in teoria è una possibilità sufficiente per vincere una partita. Ma la teoria conta poco in un inizio di stagione sorprendente per gli uomini di De Zerbi. Al Nord ha sorpreso per la prima volta con un'organizzazione il più delle volte nel 5-3-2 (o 3-5-2). Luis Henrique era il pistone destro, Mason Greenwood e Neal Maupay associati in attacco, Adrien Rabiot vicino a loro. All'inizio fu un flop:”Abbiamo sofferto i primi 20 minuti perché, forse, avevamo dentro di noi la partita con l'Auxerre“, ha sottolineato il tecnico ex Brighton. I suoi giocatori sembravano infatti rimasti al Vélodrome ma hanno gradualmente preso la misura dell'intenso pressing del Lensois, grazie ad una certa qualità tecnica e al coraggio nella ripartenza, nonostante gli allarmi provocati da diversi perdite di palla.
Dopo un faccia a faccia mal gestito da Maupay (40°) e una pausa gradita, abbiamo trovato un OM più classico sugli esterni, vincente, con fasi fluide di possesso palla (55%), che ha massimizzato i suoi momenti salienti dopo aver resistito valorosamente durante è un periodo lungo, molto debole. Su due azioni ben costruite di Greenwood e Maupay, Valentin Rongier (49) e Luis Henrique (57) ingannano Samba e infrangono l'imponente barriera del Marsiglia, prima che il divario venga ridotto da Fulgini (80) e dal 3° gol di Hojbjerg (89). Una sesta vittoria in 7 trasferte che dimostra ancora una volta che l'OM si trova molto a suo agio quando ha la possibilità di sfruttare gli spazi lasciati da un avversario intraprendente.
Questo potrebbe aiutare contro il Monaco, tra una settimana, squadra offensiva che non chiuderà la partita ma che non dovrebbe nemmeno essere bella come il Lens.
Related News :