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Di fronte ai Pumas argentini, il XV di Francia ha ricevuto tre su tre – Libération

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Battendo facilmente l'Argentina, 37-23, venerdì allo Stade de , i Blues hanno chiuso l'anno in modo positivo rimanendo imbattuti nelle partite di prova autunnali.

C'è voluto quindi un anno di convalescenza alla Francia per digerire – se non dimenticare – questa sconfitta nella Coppa del mondo di rugby che, come previsto, si è conclusa prematuramente a Beresina. Un anno inizialmente non altissimo (in campo), poi bassissimo (fuori), per chiudere l'anno in crescendo. Venerdì 22 novembre in serata, nonostante la giornata fosse piuttosto sfavorevole per attirare il pubblico provinciale, lo Stade de France era comunque pieno per tre quarti, per la conclusione delle partite di prova dell'autunno 2024, dove il XV tricolore quindi non ha mai inciampato, e tremava appena.

Al fischio finale, nonostante l'orario ritardato, il freddo ostinato e l'Indocina nell'impianto audio, molti spettatori non avevano tanta fretta di uscire dal recinto, quasi a convalidare meglio la remissione. Due settimane dopo aver travolto il Giappone (52-12) e solo sei giorni dopo aver sconfitto di poco la Nuova Zelanda… per un piccolo punto (30-29) con conseguenze così gravi per il morale delle truppe, l'Argentina è stata quindi la terza nazione scalpata per padroni di casa decisamente senza pietà per i loro ospiti (la parola vale in entrambi i sensi, pratico). 37-23, un punteggio abbastanza netto, coerente con la differenza di livello in campo.

Un’Argentina logora

Dire che il modo c'era pienamente sembrerebbe un'esagerazione. Ma, in un clima caldo – e per nulla ostile nei confronti degli ospiti – fatto sta che gli azzurri non hanno mai dubitato, aiutati in questo anche da un'Argentina provata, incapace di trovare soluzioni di fronte al sipario difensivo tricolore e soprattutto di impegnarsi troppi errori. Fino all'hara-kiri nel primo tempo con due cartellini gialli branditi dall'arbitro britannico Luke Pearce e una meta da rigore.

Ancora una volta, gli attaccanti sono stati generalmente di buon passo, come Charles Ollivon che ha attraversato tutte le fasi a novembre: escluso dal girone durante il primo incontro, sostituto del secondo ed eletto migliore in campo contro i Pumas – grande risposta del Tolone , ancora una volta senza pronunciare una parola più forte dell'altra. Allo stesso modo, il XV francese ha confermato la sua propensione a saper trasformare i momenti salienti in mete. Anche quando il volto dell'incontro si fa più incerto (come dopo la sosta), mostrando una visione folgorante illustrata dalle cavalcate di Louis Bielle-Biarrey; il nuovo beniamino che ha dato spettacolo, in assenza di Damian Penaud, malato, segnando l'ennesima meta in velocità: la sua quarta in tre partite!

E “pragmatismo” associato a “individui molto grandi, come Thomas Ramos” (imperiale al piede), che secondo l'allenatore argentino, Felipe Contepomi, fa i Blues “una delle migliori squadre al mondo oggi”. Ciò che potrebbe suggerire, in maniera più subliminale, l'allenatore-selezionatore francese Fabien Galthié, da sempre appassionato di statistica, precisando “siamo all’80% di vittorie (intendete: da quando ha guidato il XV di Francia, nel 2020, ndr), cosa mai accaduta nel rugby francese”.

“Era importante essere presenti in queste tre partite e siamo soddisfatti del risultato. Ciò che abbiamo deciso di fare funziona e i giocatori possono applicarlo senza necessariamente dover selezionare tutte le caselle per vincere. Galthié ha chiarito ulteriormente, insistendo, come fa quasi ogni volta che parla, sulle nozioni di“emulazione” e di «concorrenza» che, a costo di sfondare le porte, può solo essere vantaggioso per il gruppo.

Si sono messi in mostra diversi giovani

Un'osservazione che vale in questo caso per i giovani che sono riusciti a farsi notare in queste tre partite: l'esterno del Bordeaux, Louis Bielle-Biarrey, in testa, ovviamente, ma anche la terza linea del La Rochelle, Paul Boudehent, la seconda linea del Tolosa, Emmanuel Meafou, e anche altri, come Théo Attissogbe o Marko Gazzotti, che, con meno minuti di gioco, hanno dimostrato di saper non erano nemmeno lì per fare numero, ma per solleticare gli anziani. Chi ha anche colto il messaggio, se ci basiamo sulla prestazione di Charles Ollivon; mentre Grégory Alldritt, uno dei tre o quattro giocatori più emblematici dell'era Galthié, è stato “esonerato” da Francia-Argentina, a causa di un calo di rendimento notato dallo staff (e dagli osservatori).

Dopo che questo novembre ha permesso loro di prendere il controllo, la Francia chiude quindi l'anno 2024 con otto vittorie, un pareggio e due sconfitte. Senza smorfiare (o insistere sul fatto che il fattore fortuna abbia sorriso qualche volta), riconosceremo che potrebbe andare peggio. Soprattutto perché anche lo spettacolo è stato abbastanza buono, con quindici mete autunnali registrate – cioè una media di cinque per partita, con l'aggiunta del Giappone in modalità setaccio.

Con il sorriso ricambiato, l'élite del rugby francese può immaginare di trascorrere serenamente i festeggiamenti di fine anno (abbastanza relativi, tuttavia, dato che i Top 14 non si prendono una pausa durante questo periodo), prima di pensare alla tappa successiva: il Torneo di 6 nazioni 2025, il cui inizio è fissato per venerdì 31 gennaio, con l'accoglienza, sempre allo Stade de France, di un Galles per il quale, invece, il 2024 è stato una prova infinita.

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