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La rabbia degli agricoltori: “Niente carne del Mercosur” sarà venduta in questo marchio di distribuzione francese

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L'amministratore delegato del marchio Carrefour, Alexandre Bompard, ha annunciato martedì 20 novembre 2024 che i suoi supermercati si impegnano a non vendere carne proveniente dai paesi che ratificano i trattati del Mercosur.

L’annuncio è forte e dovrebbe rassicurare alcuni agricoltori. Il marchio di grande distribuzione Carrefour è impegnato “non commercializzare carne proveniente dal Mercosur”dichiara il signor Bompard in una lettera indirizzata ad Arnaud Rousseau, presidente della Federazione nazionale dei sindacati degli operatori agricoli (FNSEA).

“Ovunque in Francia sentiamo lo sgomento e la rabbia degli agricoltori di fronte alla proposta di accordo di libero scambio” tra l'UE e i paesi del Sud America, ha spiegato il titolare dei negozi Carrefour per giustificare la sua nuova decisione.

In solidarietà al mondo agricolo, Carrefour si impegna a non vendere carne proveniente dal Mercosur. Questo è il senso del mio messaggio ai presidenti dei sindacati agricoli. pic.twitter.com/bGo3ttA7Yt

— Alexandre Bompard (@bompard)

In questo documento pubblicato il “rischio di ricaduta sul mercato francese della produzione di carne che non rispetta i suoi requisiti e standard”, e afferma che la sua azienda è impegnata a “non vendere carne proveniente dal Mercosur.

“È unendoci che possiamo rassicurare gli allevatori francesi”

Quest'ultimo spera che gli altri “attori del settore agroalimentare” seguire l'esempio, oltre “solo dal settore della distribuzione, già in prima linea nella lotta a favore delle origini francesi della carne.” “È unendoci che possiamo rassicurare gli allevatori francesi che non sarà possibile alcuna elusione”.

Gli agricoltori francesi scoprono che le loro aziende agricole sono minacciate dall’accordo di libero scambio che l’Unione Europea (UE) sta negoziando con i paesi latinoamericani del Mercosur come Brasile e Argentina.

Mentre il Mercosur esporterebbe prima i prodotti agricoli nell’UE (carne bovina, pollame, maiale, miele, zucchero, ecc.), i produttori denunciano condizioni di concorrenza sleali, perché questi prodotti non soddisfano gli stessi standard ambientali, o addirittura sanitari, di quelli europei.


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