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Riforma delle pensioni: “Nessun sistema può sopravvivere con la pensione a 62 anni!”, insiste Étienne Gernelle

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No, ma stiamo camminando a testa in giù. La Francia è già sull’orlo del cataclisma finanziario e decidiamo di ballare la giga sull’orlo del precipizio. Ieri, quindi, abrogazione in commissione della riforma pensioni 2023, con i voti della sinistra più quelli del Rn. Intendiamoci: se ciò dovesse verificarsi, la crisi finanziaria non sarebbe più un rischio, ma una certezza. Se vogliamo il FMI a Parigi, va bene, continuiamo!

Sembra improbabile che ciò abbia successo. Questo testo sarà discusso a pezzi, nella nicchia parlamentare della LFI, poi in quella dei comunisti e poi in quella degli ecologisti. Non sono sicuro che sia abbastanza.

C'è soprattutto l'articolo 40 della Costituzione che impedisce ai parlamentari di votare misure che minerebbero i conti pubblici. A meno che tu non offra un risarcimento. Lì, come risarcimento, la LFI offre un sovrapprezzo alle compagnie petrolifere e del gas a titolo di risarcimento, ma questo è lungi dall'essere quadrante. Non vedo al momento come possa funzionare. E' uno scherzo. Ma ti dirò che questo scherzo non è divertente.

È compito dei politici presentare onestamente le conseguenze.


Etienne Gernelle

Questo testo racconta il divorzio della nostra classe politica dalla realtà. Le pensioni riguardano la demografia, sono dure: l’aumento dell’aspettativa di vita, la riduzione del rapporto tra lavoratori in pensione, ecc. Nessun sistema può sopravvivere con la pensione a 62 anni!

La prova: nessuno dei paesi confinanti con la Francia continentale ha meno di 65 anni. Germania, 67 anni. Italia, 67 anni. Spagna, 67 anni. Il più generoso è il Belgio: 65 anni. Ma cosa pensiamo, che i nostri vicini siano tutti sadomasochisti?

I sondaggi sono favorevoli a questa abrogazione. Ma se chiedi alle persone se vogliono che tutti i salari vengano aumentati del 20%, probabilmente saranno d’accordo anche loro. Dopo, è compito dei politici presentare onestamente le conseguenze.

Vi dirò, in un certo senso, che LFI e RN portano questo messaggio, possiamo capirlo. Sono un'opposizione radicale. Ma la prima responsabilità è quella dei cosiddetti partiti di governo, che non hanno mai avuto il coraggio di affermare con chiarezza la realtà, anche se spiacevole. La demagogia ambientale è incoraggiata anche dalla codardia di chi si dice responsabile.

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