Pierre Palmade è sotto processo da mercoledì 20 novembre al tribunale di Melun, 21 mesi dopo l'incidente stradale da lui causato. Tre persone sono rimaste gravemente ferite nell'incidente, tra cui una donna incinta di sei mesi che ha perso il suo bambino. Perché per questo incidente si parla solo di “lesioni colpose” e non di “omicidio colposo”? Perché in diritto, il bambino che nasce già morto non ha esistenza.
Per il Maître Vincent Julé-Parade, avvocato specializzato nella difesa delle vittime di incidenti stradali, ospite di RTL Midiquesto processo è l’occasione per mettere in discussione questa regola. “Questo processo lo è la possibilità di mettere in discussione un vuoto normativo“, spiega. “Si ha il reato di omicidio colposo, se il bambino nasce vivo e vitale. E nel caso in cui così non fosse, se la madre l'avesse perso a causa dell'incidente, non abbiamo alcuna qualifica legale da offrire. Ciò significa che non abbiamo risposte da dare alle vittime”.
Per lui bisogna chiedersi: “Non sarebbe necessario e utile creare una qualifica particolare, quale consente un equilibrio tra il legittimo dibattito sull'inizio della vita e anche quello conseguenze di azioni irresponsabili sulle nostre strade.
La perizia parla chiaro: è stato infatti l'incidente provocato da Pierre Palmade a provocare la morte del nascituro. «Il gip non ha accettato la qualificazione di omicidio colposo perché la perizia sembrava indirizzare nella direzione della non vitalità, della non vita del feto al momento dell'estrazione». Il feto non è mai stato vivo fuori dall'utero dopo la nascitae un bambino che non nasce vivo non esiste come persona giuridica.
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