Già all’inizio dell’anno il sindacato agricolo basco ELB ha tardato ad unirsi al movimento nazionale degli agricoltori arrabbiati. Questa volta rifiuta ogni idea di partecipare all’opposizione guidata dalla FNSEA e dal Coordinamento rurale contro il Mercosur e gli accordi di libero scambio in generale. Il sindacato contadino non ha aspettato queste manifestazioni per denunciarle. Su questi temi ha sempre chiesto “la fine definitiva e immediata dei negoziati”. D'altra parte, ritiene che questa mobilitazione autunnale sia orchestrata dai due principali sindacati, poche settimane prima delle elezioni professionali agricole.
Per Panpi Sainte-Marie, portavoce dell'ELB, vicino alla Confederazione dei contadini, “la FNSEA sta aumentando artificialmente la rabbia dei contadini contro il Mercosur, mentre ha sempre difeso la logica del libero scambio”. E l’agricoltore sottolinea in un’anafora: “Dov’era la FNSEA contro l’OMC? Dov’era la FNSEA contro il Ceta? Dov’era la FNSEA durante gli accordi tra Europa e Nuova Zelanda o tra Europa e Marocco? Non abbiamo sentito il presidente Arnaud Rousseau su questi temi. E ora mira grossolanamente a riscattare la sua verginità agli occhi della base”.
Sovranità
Il rappresentante della ELB è consapevole del “vero disagio del mondo agricolo”, ma precisa che ci sono “altre scelte strategiche da fare come facciamo nei Paesi Baschi con gli approcci dell'AOP che non possono essere delocalizzati. Non andiamo al mercato globale, diamo priorità alla qualità e al potenziale locale”. Ritiene che la FNSEA “sia in una logica di concorrenza” e sostiene al contrario il mantenimento di “aziende agricole a misura d'uomo”. “È importante affinché possano essere trasmessi. Chi è in grado di acquistare una grande azienda agricola? Difendiamo la sovranità alimentare agendo a livello locale”.
Questa posizione, a margine dei due principali sindacati agricoli, costituisce di per sé un programma elettorale che l’ELB difenderà durante le elezioni del prossimo gennaio.
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