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Guerra in Ucraina: “Se usa armi nucleari, perde la guerra”… Putin può davvero fare il grande passo?

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Martedì 19 novembre la Russia ha firmato un decreto che autorizza l'uso delle armi nucleari in caso di utilizzo di missili da parte di Kiev sul territorio russo. Una minaccia improbabile secondo alcuni osservatori.

Centodieci. Questo è il numero di volte in cui Vladimir Putin ha brandito la minaccia nucleare dall’inizio dell’invasione in Ucraina. “Circa una volta ogni dieci giorni”, osserva Guillaume Ancel, ex ufficiale e cronista di guerra contattato da La Dépeche du Midi. Ma al di là delle parole, questa retorica ripetuta è un bluff strategico o il preludio a un’escalation senza precedenti?

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Martedì 19 novembre il presidente russo ha firmato un decreto che amplia le condizioni per l’uso delle armi nucleari. La mossa arriva il giorno dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di consentire a Kiev di utilizzare i missili a lungo raggio europei ATACMS, Scalp e Storm Shadow per colpire obiettivi sul territorio russo.

Missili in grado di colpire oltre il fronte

La decisione americana segna un cambiamento importante nella dinamica del conflitto. Fornendo all’Ucraina non solo armi a lungo raggio, ma anche supporto di intelligence militare, gli Stati Uniti stanno espandendo la portata delle risposte ucraine oltre il fronte, aiutati dai paesi membri della NATO. “La guerra viene ora esportata in territorio russo”, spiega Guillaume Ancel.

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A Mosca la reazione non si è fatta attendere. Maria Zakharova, portavoce della diplomazia russa, ha subito denunciato la “partecipazione diretta degli Stati Uniti e dei suoi satelliti”, avvertendo che questa decisione ha trasformato “l'essenza stessa e la natura del conflitto”. Già a settembre Putin aveva avvertito che qualsiasi attacco portato avanti da un Paese non nucleare, ma sostenuto da una potenza nucleare come gli Stati Uniti, avrebbe potuto essere interpretato come un’aggressione congiunta, legittimando una potenziale risposta nucleare.

“È soprattutto una carta di negoziazione”

Ma le dichiarazioni russe dovrebbero essere prese sul serio? Guillaume Ancel è scettico. “La credibilità di queste minacce è assolutamente pari a zero”, afferma. Secondo lui, nulla sul posto o nelle informazioni provenienti dai servizi americani suggerisce che Putin abbia avviato una procedura operativa per l'uso di armi nucleari. “È soprattutto una carta negoziale”, che potrà sventolare se i colloqui si apriranno, magari non appena si insedierà Donald Trump a fine gennaio.

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Nonostante la preoccupazione che queste minacce possono suscitare, Guillaume Ancel ritiene che uno scenario del genere rappresenterebbe un suicidio per Putin. Un’escalation nucleare non solo trasformerebbe il conflitto ucraino, ma si tradurrebbe in un confronto esistenziale su scala globale. “Se usasse le armi nucleari, perderebbe la guerra. Non ci troveremmo più in un conflitto in Ucraina. Saremmo in un conflitto esistenziale e tutta la NATO sarebbe obbligata a reagire”, insiste Guillaume Ancel.

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