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“Il mio problema è che in Belgio la gente è così negativa”: Dodi Lukebakio critica il pessimismo dei media ed è stanco del confronto con la Generazione d’Oro

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Dodi Lukebakio: “Il mio problema è che la gente in Belgio è così negativa”

È dal settembre 2010 che il Belgio perde tre partite di fila. E la terza sconfitta è stata un 1-0 contro Israele, numero 81 del ranking FIFA. Dodi Lukebakio ha criticato la negatività in Belgio. “Non è stato bello? Cosa intendi, vero?”, disse Lukebakio. “Penso che non sia stato poi così male. Il mio problema è davvero che le persone sono troppo negative. Dobbiamo sostenerci a vicenda, ma il mondo esterno ci paragona troppo alla vecchia generazione. Questo si riflette su di noi. I giovani che vengono da noi sicuramente soffrono di questo. Adesso abbiamo avuto molti infortuni, ma abbiamo fatto del nostro meglio. Abbiamo avuto occasioni e non le abbiamo sfruttate. Questo è stato il nostro errore. Allora perdi contro Israele. Questo può succedere. Non meritavano di vincere, vero? O lo pensi? Stiamo costruendo una nuova generazione, ma ciò richiede tempo. Tali sconfitte ne fanno parte. Ci stiamo lavorando e faremo meglio quando arriveranno le qualificazioni ai Mondiali”. (Leggi di più sotto la foto)

Lukebakio con spilla Matte Smets. — © PIXSELL

Koen Casteels: “Queste partite le decidevamo con lampi individuali”

Koen Casteels ha trascorso una buona serata a Budapest e ha tenuto Israele in vantaggio nelle prime fasi. Alla fine dovette cedere ad un tiro di Shua, ma di questo non gli si poteva dare alcuna colpa. “Non abbiamo più quei singoli lampi di un tempo negli ultimi 30 metri”.

La dolorosa sconfitta è stata ovviamente dolorosa anche per Casteels. Cercava spiegazioni. “Abbiamo avuto molto controllo”, ha detto il portiere della nazionale al VTM. “Non era una situazione facile. Non dobbiamo nasconderci dietro questo, ma ci mancano tanti giocatori e i ragazzi che sono arrivati ​​non sono ancora abituati a lavorare con questo allenatore. Le cose dovevano andare meglio negli ultimi 30 metri. Avremmo potuto spingerci un po’ di più lì e creare opportunità reali”.

Nonostante le tante assenze, il Belgio ha comunque portato più qualità tra le linee di Israele, ma i Devils non sono riusciti a fare risultato. “Questo non dice sempre tutto. E’ vero che i nostri ragazzi giocano in club migliori. Dal punto di vista puramente qualitativo abbiamo la squadra migliore, ma non si può spiegare così semplicemente. Ritengo che eravamo in controllo, ma negli ultimi 30 metri abbiamo fatto meno lezione individuale di prima. Ora deve venire un po’ di più dal collettivo e questo non è ancora del tutto realizzato”.

A Casteels, infine, è stato chiesto anche se questa squadra potrà continuare con Domenico Tedesco come ct della Nazionale. “Capisco che questa domanda venga sollevata, ma non spetta a me rispondere. Per quanto mi riguarda dobbiamo continuare sulla strada che abbiamo intrapreso. Tutti sostengono l’allenatore. Andiamo avanti e lavoriamo sulle aree in cui le cose non stanno andando bene. Di solito decidevamo questo tipo di partite individualmente con due o tre flash. Non è più così. Dobbiamo lavorare su questo”.

Timothy Castagne: “Molto onesto, non è colpa dell’allenatore”

Timothy Castagne ha potuto indossare la fascia di capitano contro Israele, ma era una partita che avrebbe voluto dimenticare il più presto possibile. I Red Devils hanno perso in finale e quindi guardano indietro a una stagione deludente della Nations League. “Non è sempre colpa dell’allenatore. Tutti devono fare meglio, me compreso”.

“Non punteremo il dito contro un giocatore perché subiamo un gol nella fase finale”, ha detto Castagne. “In generale abbiamo fornito una prestazione poco brillante. Non abbiamo creato abbastanza. Siamo riusciti a esercitare una certa pressione, ma abbiamo permesso loro di acquisire fiducia. Hanno alcuni buoni giocatori e sono riusciti a farcela un po’ troppo facilmente. Non era abbastanza. Dobbiamo lavorare su questo e continuare a svilupparlo. Abbiamo una squadra con tanti giovani che non hanno ancora giocato insieme o hanno giocato poco insieme”. (Leggi di più sotto la foto)

Castagne mette Orel Mangala. — © PIXSELL

A differenza di Lukebakio, Castagne non ha indicato troppa negatività da parte del mondo esterno. “Le aspettative sono semplicemente alte. È normale dopo un Mondiale eccezionale in cui siamo arrivati ​​terzi. Poi tutti sperano che possiamo vincere anche l’Europeo, ma questo gruppo non è così forte e sicuramente no se poi ci sono gli infortuni”.

A marzo i Devils inizieranno la loro campagna di qualificazione per i Mondiali del 2026. La fiducia per questo non è molto alta al momento. Ora giochiamo tutti per qualche mese nei nostri club, dedichiamoci ad altro e poi torniamo in Nazionale in piena forma. Dobbiamo riuscire ad allenarci ancora di più insieme e trovare automatismi. In campo sentivi che spesso non potevi giocare tutto d’un fiato perché non sapevi dove sarebbe corso l’altro. Non ci conosciamo ancora abbastanza bene. Con Roberto (Martinez rosso.) abbiamo avuto la stessa squadra per un periodo di tempo più lungo e sapevi cosa avrebbero fatto gli altri giocatori. Con tanti ragazzi nuovi e tanti infortunati scomparsi non è facile”.

La posizione del ct della Nazionale Tedesco sta gradualmente vacillando, ma Castagne non ne vuole sapere. “Se sei molto onesto non puoi dire che questa sia colpa dell’allenatore. Ha usato un sistema con cui avevamo giocato in passato. Semplicemente non abbiamo creato abbastanza e abbiamo semplicemente regalato opportunità. Allora non si può dire che sia stata la tattica. Non è sempre colpa dell’allenatore. Tutti devono assumersi la responsabilità. Devo fare meglio, tutti devono fare meglio. Questa non è colpa di una persona”.

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