Sei romanzi, due racconti, saggi, poesie, fumetti… Ecco una breve rassegna di sedici opere degne di nota in questa ennesima settimana dell'anno.
Romanzo. “Extase”, di Monia Aljalis
È innanzitutto la rabbia di Leyla ad attanagliare il lettore. Questa rabbia che sembra scandire le sue frasi, dando loro il suo ritmo, e che capiamo presto che proviene da una doppia irruenza percepita come contraddittoria: quella del suo desiderio e quella della sua aspirazione a una forma di spiritualità. Leyla non intende cedere né all'uno né all'altro, e questa tensione cede Estasiil primo romanzo di Monia Aljalis, il suo slancio, la sua vitalità dove l'irritazione lascerà a poco a poco il posto a qualcosa di simile all'esaltazione. Questa evoluzione avviene nel corso di una giornata in cui, come la signora Dalloway di Virginia Woolf, il personaggio cammina per la città (in questo caso, Parigi) – più vicino a noi, i suoi movimenti di camminata e di elevazione possono far pensare Semplicemente Toninoil primo romanzo di Shane Haddad (POL, 2021). Monia Aljalis, 34 anni, trasmette una prosa poetica irta di versi sciolti, con sorprendenti esplosioni di lirismo o crudezza. R.L.
“L’Extase”, di Monia Aljalis, Seuil, 190 pag., 19€, digitale 14€.
Romano. «Fort Alamo», di Fabrice Caro
Pochi autori attribuiscono tanta importanza ai supermercati. Fu in uno di essi, dove il suo personaggio aveva dimenticato la carta fedeltà, che Fab Caro iniziò la folle caccia Zaï zaï zaï (6 Piedi Under, 2015), fumetto di grande successo, divenuto film e opera teatrale. Se questo pittore borghese nel tenero stile Houellebecq firma i suoi romanzi di Fabrice Caro, è ancora una volta vicino a una cassa che apre Fort Alamo. Il suo narratore, Cyril, è silenziosamente esasperato per essere stato raggiunto da un delinquente. Pochi minuti dopo, l'uomo è crollato; un articolo racconterà all'insegnante quarantenne che il free rider è morto di ictus. Da quel momento in poi, intorno a Cyril, le cose cominciano ad andare come a Gravelotte: un rumoroso cane del vicinato, il vicepreside della sua scuola superiore, un vicino di treno. Si convince di aver ucciso involontariamente coloro che lo turbano. E si preoccupa: il Natale si avvicina e, contemporaneamente, la serata con l'insopportabile cognata che sospetta sia in manovra per spingere il fratello a svuotare al più presto possibile la casa della madre scomparsa prima. Immaginando un potere terribile quando non si controlla più nulla… Da questa situazione, Fabrice Caro trae un romanzo (il suo sesto) malinconico e divertente, in cui continua a esplorare le dinamiche dei rapporti familiari e a offrire una discreta vendetta sulla vita per disadattati di ogni tipo. R.L.
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