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'Ci sono somiglianze tra Silvio Berlusconi e Donald Trump, due protagonisti emblematici del fenomeno populista'

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DIl ritorno al potere di Donald Trump segna un cambiamento politico storico per gli Stati Uniti. Sebbene insolito, questo sviluppo evoca la storia politica italiana, più in particolare il percorso di Silvio Berlusconi (1936-2023). Vincitore delle elezioni parlamentari italiane del 1994 prima di essere sconfitto nel 1996 e di nuovo nel 2006, Berlusconi è poi tornato al potere nel 2001 e nel 2008.

A prima vista il paragone sembra incongruo. Come si può paragonare una potenza media con la prima potenza mondiale, due sistemi politici e istituzionali opposti, due economie, società, storie e contesti internazionali, economici e politici molto diversi? Eppure questo parallelo tra Trump e Berlusconi è stato tracciato per la prima volta nel 2016, con l’italiano visto come il precursore dell’americano.

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Esistono infatti sorprendenti somiglianze tra queste due figure emblematiche del fenomeno populista che ha scosso le nostre democrazie dalla fine degli anni ’20.th secolo. Mentre la crisi economica e sociale e la diffusa disaffezione politica scuotevano i rispettivi paesi, questi due miliardari – che avevano fatto fortuna nel settore immobiliare e nei media – entrarono in politica, uno nel 1994, l’altro quasi 20 anni dopo, con la stessa determinazione di scuotere le cose su. Entrambe le figure controverse, soprattutto nei loro rapporti con le donne, si sono rivelate eccezionali comunicatori televisivi – e, nel caso di Trump, più tardi sui social media. Entrambi sostenevano il liberalismo economico pur mostrando la propria eccentricità. Considerando la politica come mera efficienza gestionale, entrambi pretendevano di sostituire la mediazione tradizionale, come partiti e gruppi di interesse. Si posizionarono come figure nuove e provvidenziali che avrebbero risolto con la bacchetta magica tutti i problemi dei loro cittadini, assicurando loro un futuro luminoso.

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Il 'latin lover' e il 'cowboy'

Per prendere il potere, entrambi si allearono con l’estrema destra. In Italia, in nome dell’antiantifascismo, Berlusconi ha legittimato e normalizzato i neofascisti guidandone l’evoluzione verso una formazione di destra. Negli Stati Uniti Trump si è schierato con le posizioni più radicali. Entrambi hanno praticato un’eccessiva personalizzazione e mediatizzazione della vita pubblica, utilizzando un linguaggio semplice e mobilitando continuamente i propri seguaci, mostrando poca preoccupazione per le sentenze giudiziarie emesse nei confronti dei loro leader.

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Entrambi gli uomini si considerano vittime di persecuzioni, molteplici cospirazioni e minacce, comprese minacce fisiche nel caso di Trump. L'esibizione teatrale del loro successo professionale serve a suggerire che, come loro e grazie a loro, il successo e la felicità sono alla portata di tutti. Pur affermando di essere in sintonia con le preoccupazioni materiali quotidiane delle persone, allo stesso tempo si considerano investiti della missione di servire il bene più grande. Di conseguenza, attribuiscono grande importanza al loro aspetto e esibiscono con orgoglio forme di machismo in linea con le loro culture nazionali: il latin lover di Berlusconi, il 21st cowboy del secolo per Trump.

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