(SenePlus) – La vittoria richiede vittoria in Senegal, almeno per quanto riguarda le elezioni legislative post-presidenziali. Un’analisi di Jeune Afrique (JA) rivela perché il partito di Ousmane Sonko può affrontare con calma le elezioni del 17 novembre.
La storia elettorale senegalese degli ultimi 25 anni è chiara. Come ricorda JA, “mai un partito portato al potere durante un’elezione presidenziale ha visto la sua stella svanire durante le successive elezioni legislative”.
Le cifre sono edificanti. Nel 2012, Macky Sall e la sua coalizione Benno Bokk Yakaar hanno ottenuto 119 seggi su 150 nell’Assemblea nazionale. In precedenza, nel 2001, Abdoulaye Wade e la sua Coalizione Sopi avevano ottenuto 89 seggi su 120, ovvero quasi il 75% dell’emiciclo.
Un’opposizione a brandelli
Il contesto attuale sembra ancora più favorevole per Pastef. Secondo Jeune Afrique, l’opposizione si presenta in uno stato di grande fragilità: “riconfigurata”, “frammentata” e “letteralmente asfissiata”. I dati delle elezioni presidenziali parlano da soli: 17 candidati su 19 hanno ottenuto solo il 9,93% dei voti.
Lo stesso ex campo presidenziale è in fase di riorganizzazione. Il media panafricano rileva che “il partito di Macky Sall ha scambiato all’ultimo minuto, due mesi e mezzo prima delle elezioni, la sua alleanza duratura con i partiti senegalesi per una nuova con i suoi ex ‘fratelli’ liberali”.
Sfide post-vittoria
Nonostante queste condizioni favorevoli, le nuvole sono all’orizzonte. La rivista sottolinea che gli elettori di Pastef sono “frustrati di non aver ancora visto tradotto in azione il mitico ‘Progetto’ brandito dal tandem patriottico – oggi sotto forma di ‘Visione 2050′”.
Ancora più preoccupante è il fatto che lo stile di governo di Ousmane Sonko, “volontariamente provocatorio e perfino bellicoso” secondo l’analisi, potrebbe erodere la sua popolarità come ex avversario.
L’orizzonte 2027
Il vero banco di prova per Pastef potrebbe arrivare all’inizio del 2027, con le elezioni locali che “segneranno la prima vera sanzione del governo patriottico”, secondo Jeune Afrique. Fino ad allora, la vittoria alle elezioni legislative, che potrebbe arrivare fino alla “maggioranza qualificata di 3/5” che consenta di modificare la Costituzione senza referendum, sembra a portata di mano.
L’unico precedente che potrebbe stemperare questo ottimismo: nel luglio 2022, Macky Sall ha quasi vissuto una convivenza senza precedenti, muovendosi all’interno di “due seggi” di una situazione politica mai vista nella storia del Paese.
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