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“Li mangiamo con le patate” di Alexia Putellas, 29 vittime e un primo incontro senza tifosi | Sollievo

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Quattro anni possono significare un mondo. Nel ciclone chiamato calcio, il tempo scorre veloce e lascia dietro di sé una moltitudine di momenti e nomi. Quasi senza poter pensare a ciò che cesserà di essere. In ciò che non è più. La Classica femminile – che eredita questa nomenclatura da quella maschile – ne è la prova, con un nuovo evento che avrà luogo oggi (ore 20, DAZN) all’Alfredo Di Stéfano. Molte cose sono cambiate da allora 4 ottobre 2020 in cui Real Madrid e Barcellona si sono stretti la mano nel primo scontro della loro storia nel calcio femminile -con il permesso di Heel – Barça una stagione prima, la stagione di transizione-. Meno uno: i blaugrana non hanno smesso di vincere. Nella foto, quasi 30 volti diversi, due tecnici che hanno vissuto quel primo incontro da fuori e qualche tribuna vuota e un’arringa per la storia di Alexia Putellas.

Questa è la classifica della Lega F.

Perché chi pensa al duello avvenuto allora sul campo 11 del Valdebebas – la squadra femminile del Real Madrid giocò al Di Stéfano solo un anno dopo, all’esordio in Champions League – si ricorderà sicuramente alcuni dei nomi che fecero parte del primo Clásico tra bianchi e azulgranas: Peter, Marta Corredera, Kenti Robles, Ivana Andrés, Kaci, Maite Oroz, Asllani, Marta Cardona, Jakobsson, Lorena Navarro, Samara y Malena Ortiz, Ubogagu, Jessica Martínez, Claudia Florentino, Yohana Gómez, Sara Ezquerro, Sandra Paños, Andrea Pereira, Leila Ouahabi, Jenni Hermoso, Mariona Caldentey, Lieke Martens, Vicky Losada, Oshoala, Crnogorcevic, Laia Codina, Melanie Serrano y Hamraoui.

In totale, 29 volti diversi e 13 titolari che non ci sono più. Tra i dati citati ce ne sono alcuni di grande significato. Come Ivana Andrés, primo capitano del Real Madrid, leader dello spogliatoio fino alla scorsa estate, che ha concluso il contratto e ha firmato per l’Inter. Oppure Jenni Hermoso, stella del Barça e una delle giocatrici più rinomate al mondo. Anche se i loro numeri non sono gli unici a segnare il grande cambiamento avvenuto in questi quattro anni.

Era il Real Madrid degli svedesi Asllani, primo acquisto ‘galattico’ di White, e Jakobsson. Quello che mostrava ancora una grande eredità del Tallone con calciatori che avevano fatto il salto in Prima Divisione come Lorena Navarro, Samara e Malena Ortiz, Jessica Martínez, Yohana Gómez o Sara Ezquerro. Ed è stato anche il Barça Vicky Losadacapitano storico che sollevò la prima Champions League per la squadra culé, la leggendaria Melanie Serrano o Sandra Paños e Mariona Caldenteyche ha salutato la scorsa estate dopo aver fatto la storia come giocatore del Barcellona.

I loro ricordi danno forma al primo appuntamento tra i Bianchi e i Blaugrana. La partita si è conclusa con una vittoria catalana. Un 4-0 in cui hanno segnato Patri Guijarro, Lieke Martens, Alexia Putellas e Misa, autogol. Il portiere delle Canarie, che continua ad essere padrone e padrone della porta del Real Madrid, è stato un’eroina nonostante il gol. Ha evitato una disfatta più grande con parate degne di nota e ha lasciato i primi grandi dettagli in una stagione in cui ha finito come Zamora de Primera.

L’arringa di Alexia Putellas: “Li mangiamo con le patate”

Patri Guijarro, dopo aver sfiorato il suo tiro su una difesa bianca, ha aperto il barattolo. E, con il suo gol, si è scatenata la competitività di entrambe le squadre. Polemica addirittura dopo che un gol ad Asllani fu annullato per un precedente fallo. Era 1-1. Il Barça però è stato molto chiaro riguardo al suo piano di gioco. La stessa che Alexia Putellas, capitano e leader di tanto in tanto, ha dimostrato con un discorso da ricordare: “Il passato non ci serve, ciò che è adesso ci serve. Cominciamo bene con loro. Puntiamo a questo campionato. Dai, li mangiamo con le patate“.

Le parole del due volte Pallone d’Oro Furono l’inizio di un bagno di realtà che, fino ad oggi, si è ripetuto fino a quattordici volte. Con più o meno crudeltà. Con citazioni storiche, come il record del Camp Nou. Con più o meno tensione. Questo sabato, a Valdebebas, il Clásico misurerà ancora una volta la crescita del Real Madrid nella sua corsa per battere per la prima volta l’onnipotente Barça.

Imbattuta in Lega F e con grandi sensazioni in questo inizio di stagione, la squadra di Alberto Toril vuole dimostrare che, quest’anno, il salto di qualità è reale. I loro buoni numeri – frutto della vittoria più importante in Champions League – e gli acquisti stellari che hanno entusiasmato i tifosi del Real Madrid (Leupolz, Alba Redondo, María Méndez, Lakrar, Eva Navarro…) Scatenano l’illusione nella parrocchia di Madrid.

Dal canto suo, al Barça ci sarà l’esordio in panchina. Pere Romeu affronta il suo primo Clásico da primo allenatore. Oltre al debutto di acquisti come Ewa Pajor o Kika Nazaret, l’acquisto più costoso della storia nello spogliatoio culé. Con l’unica macchia della sconfitta contro il Manchester City a inizio stagione, Gli azulgranani vogliono continuare ad incrementare il proprio record in questa partita.

Hanno quattordici vittorie possibili su quattordici. Con un ritmo che diventa ogni giorno più intenso e per il quale, per la prima volta, a Valdebebas si prevede il tutto esaurito. Un altro dettaglio che contrasta con quel primo appuntamento in cui, in pieno Covid-19, dagli spalti regnava un silenzio scomodo. Un passato che sembra lontano e in cui il pallone ci ha lasciato tanti momenti e un’evoluzione senza pari in questa Classica.

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