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Jean-Yves Le Borgne giudica l’esecuzione provvisoria “rara in materia penale”

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Il JDD. Crede che questo processo vada oltre il quadro giuridico per diventare politico, come suggerisce RN denunciando la “implacabilità”?

Jean-Yves Le Borgne. Il contesto è ovviamente politico e capisco che le persone interessate stiano trasformando la situazione sostenendo di essere sottoposte a processo politico. Non credo però che questa difficoltà giuridica debba essere posta in termini polemici. Siamo di fronte alle requisizioni, cioè alla posizione della parte che sostiene l'accusa nel processo penale. Sarebbe straordinario, anche se potrebbe accadere in via eccezionale, che l'accusa ritirasse le accuse. Questo fa parte del ruolo di questa istituzione. La vera questione è se i termini e le dimensioni di questa accusa siano normali o eccessivi. Inoltre, è fondamentale ricordare che le richieste non pregiudicano la pronuncia di condanna, restando il giudice unico dei fatti.

Ritiene che sarebbe opportuno abolire l'esecuzione provvisoria delle condanne per le personalità che potrebbero candidarsi alle elezioni presidenziali?

In quanto avvocato specializzato in diritto penale, non desidero entrare in una polemica appassionata. La ineleggibilità è prevista dalla legge. Per molto tempo facoltativo, dal 2017 è diventato automatico, anche se il giudice può escluderlo a seconda delle circostanze o della personalità interessata. Per quanto riguarda l'esecuzione provvisoria, è rara in materia penale. Questo concetto solleva la questione delle conseguenze irreparabili se la decisione iniziale dovesse essere annullata. Ecco perché la possibile ineleggibilità di Marine Le Pen solleva interrogativi fondamentali. Nel suo caso è così urgente dichiarare l'ineleggibilità? Esiste una minaccia che giustifichi un allontanamento dai principi della presunzione di innocenza? Personalmente ritengo che tale deroga sia giustificata solo in casi veramente eccezionali. Qui sembra essere necessaria cautela.

La vera questione è se i termini e le dimensioni di questa accusa siano normali o eccessivi.

Può la giustizia, come denuncia RN, essere influenzata da simpatie politiche o utilizzata per scopi di parte?

Il resto dopo questo annuncio

Se per “strumentalizzata” intendiamo pressioni esterne sulla giustizia, non ci credo. È possibile che i giudici abbiano inclinazioni o preferenze personali. Tuttavia, la mia esperienza dimostra che i magistrati fanno notevoli sforzi per non lasciarsi guidare dalle proprie opinioni. Sono molto attenti al loro dovere di imparzialità. In questo caso le requisizioni possono sembrare forti, quasi violente, ma fanno parte della posizione assunta dalla Procura, che cerca di lasciare il segno. Spetta al tribunale mantenere il provvedimento e giudicare in totale indipendenza. La cosa principale qui è non confondere la passione dell'accusa con l'attacco all'imparzialità della giustizia. La Corte è sovrana e resto convinto che i giudici rispettino il loro dovere di equità, anche in contesti così delicati.

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