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Portogallo-Polonia, 5-1 Lo ‘spettacolo’ inizia con un colpo di testa (cronaca)

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Primo tempo molto noioso per il Portogallo e, nell’intervallo, mio ​​Dio, splendore sull’erba del Dragão

Immagina una mela tagliata a metà, una delle metà è marcia e l’altra è deliziosa. Così giocava il Portogallo a Dragão. La prima parte è priva di significato, priva di ispirazione, amorfa, senza esplosioni o squilibri. A metà tempo, però, qualcuno ha spento la lampada del talento portoghese e di un vero spettacolo comparve la palla e, con il 5-1 finale, la Nazionale timbrava il biglietto per i quarti di finale della Nations League.

Sei cambi dalla formazione scozzese a quella con la Polonia (IMAGO)

Il Portogallo è entrato in campo con sei cambi rispetto all’ultima partita (0-0, in Scozia): Cancelo di Dalot, così come Rúben Dias di Renato Veiga, Palhinha di João Neves, Vitinha di Bernardo Silva, Francisco Conceição di Pedro Neto e Diogo Jota di Rafael Leão. Sembrava una rivoluzione di Roberto Martínez.

Tuttavia, se tornassimo indietro di altri tre giorni e guardassimo gli undici per la partita contro la Polonia, potremmo effettivamente parlare di una transizione graduale, dato che abbiamo visto solo due cambi ed entrambi per infortunio: Rúben Dias per António Silva e Rúben Neves/ João Palhinha per João Neves .

Se l’ingresso di António Silva era prevedibile, avendo molta più esperienza nella squadra A (13 partite contro 0 di Tomás Araújo, nonostante sia titolare nel Benfica), il ruolo da titolare del giovane centrocampista è stato un’innovazione del tecnico portoghese, che aveva solo concedendogli un posto tra gli undici titolari in due amichevoli (Finlandia e Irlanda) e in una ufficiale (Georgia) in cui era già garantito il passaggio del Portogallo agli ottavi di finale di Euro-2024.

La transizione è stata fluida, sì, proprio come l’intero primo tempo del Portogallo. Morbido e senza ritmo. Morbido e senza intensità. Fluido e senza alcun collegamento tra i settori. Il centrocampo non ha funzionato. Bernardo Silva era Bernardo Silva, senza capacità di esplosione e di squilibrio. Bruno Fernandes ha protestato molto (e verrà escluso dalla partita contro la Croazia per aver ricevuto un cartellino giallo per proteste), ma non è riuscito a trovare né passaggi né tiri. João Neves era qualche buco sotto il livello mostrato al PSG.

Rafael Leão è stato l’unico, con incursioni dalla sinistra, a creare qualche (e relativo) pericolo. La rondine milanese, però, non ha portato la primavera all’Estádio do Dragão, perché Ronaldo sembrava un’isola sperduta in mezzo all’oceano e Pedro Neto era troppo preoccupato di spostarsi da destra al centro per provare il tiro o, sopra su tutto, la croce dal piede sinistro.

E, con stupore di molti, la squadra polacca, anche senza Lewandowski, la sua più grande stella, è stata quella a creare il vero pericolo. Una volta (Bereszynski, 12), due volte (Bereszynski, 18), tre (Piatek, 23), quattro volte (Zalewski, 41). La Polonia è sempre più vicina al gol (il Portogallo non ha tirato a segno fino all’intervallo!) e merita di entrare nell’intervallo in vantaggio sul tabellone.

Rigore e 2-0 di Ronaldo che quasi ‘chiude’ il risultato (IMAGO)

Era una di quelle partite in cui l’allenatore, se potesse, cambierebbe mezza squadra. Oppure, non esageriamo, due o tre. Forse Trincão o Conceição al posto del banale Bernardo. Magari Vitinha o Otávio per rinforzare il centrocampo. Martínez ha preferito solo affinare l’undici e non sfoltirlo: João Neves per Vitinha. Sembrava poco. La verità, però, è che il Portogallo è entrato nel secondo tempo molto più oliato. Senza creare situazioni da gol chiare, ma con più pressione e intensità.

E, dopo aver lucidato così tanto la lampada, Rafael Leão ha portato il talento in campo Dragão, in uno sprint che ha squarciato a metà mezza Polonia, regalando palla a Nuno Mendes, sulla sinistra, con il suo cross che ha regalato a Leão un colpo di testa brillante. Da lì in poi il pallone polacco si è sgonfiato quasi del tutto e la disfatta, in un colpo solo, è stata completata da Ronaldo (72′), Bruno Fernandes (80), Pedro Neto (83′) e, e ancora, Ronaldo (87′). Peccato solo che Marczuk abbia rovinato il ciliegino, a 88, che ha trasformato il 5-0 in 5-1.

Cristiano Ronaldo ha segnato due gol negli ultimi minuti della partita di Dragão (IMAGO)

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