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Tino Asprilla: “La Garra Charrúa non è un mito. Non impariamo che non smettono mai di crederci”

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Faustino Asprilla, ex giocatore della nazionale colombiana dal 1993 al 2000, è intervenuto venerdì dopo la straziante sconfitta della Colombia contro l’Uruguay allo Stadio Centenario. Ha sottolineato che tali sconfitte sono lezioni da imparare, dicendo che “non smettono mai di crederci fino all’ultimo minuto”.

“Nel primo tempo sembrava che la Colombia potesse chiudere la partita in qualsiasi momento. Penso che gli sia mancata l’ambizione di segnare un altro gol”, ha analizzato nel programma Equipo Colombia di ESPN, di cui è analista. E ha aggiunto: “Quando siamo in campo e vediamo partite che sembrano ‘facilissime’, tra virgolette, quando l’avversario fa fatica… a volte esageriamo”.

“La Colombia ha iniziato a perdere palloni stupidamente per eccessiva sicurezza. E contro una squadra come l’Uruguay… tutti quelli che giocano contro l’Uruguay sanno che hanno quel vantaggio in più, anche se non giocano. Beh, questa ‘garra charrúa’ non è un mito; noi sentitelo, sia nei lanci lunghi che nei contrasti duri”, ha commentato Tino.


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“Quanti gialli ha ricevuto la Colombia nel primo tempo? Uno solo, per Juan Fernando Quintero, per un pallone perso. Nel frattempo, l’Uruguay aveva due giocatori – Rodrigo Bentancur e Rodrigo Aguirre – ammoniti nel primo tempo, con Federico Valverde e Nahitan Nández nel secondo tempo”, ha aggiunto parlando del carattere delle due squadre.

Ha continuato: “Nel primo tempo abbiamo visto come i giocatori colombiani venivano malmenati, scontrandosi con gli uruguaiani ed uscendo dal campo infortunati. Gli uruguaiani hanno mostrato loro di che pasta sono fatti e cosa aspettarsi da loro nel secondo tempo. metà tempo.”


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“L’Uruguay è stata una squadra che ha fatto poco, ha capitalizzato un autogol e da lì ha preso fiducia. Poi, sul secondo gol, ci sono stati molti errori. Con grande determinazione, la Colombia è riuscita a pareggiare, ma è caduta. nella stessa trappola che gli è costata al primo turno a Barranquilla: perdita di concentrazione sull’ultima azione”, ha constatato sviluppando la dinamica della partita.

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