Georges Ibrahim Abdallah dovrà attendere ancora qualche settimana, tre mesi al massimo, per sapere se sarà definitivamente rilasciato dalla giustizia francese dopo quarant’anni di detenzione. Con sorpresa di tutti, compreso il suo avvocato e il suo comitato di sostegno, il tribunale antiterrorismo ha ordinato, venerdì 15 novembre, il rilascio del prigioniero per terrorismo, che ora ha 73 anni.
Questo rilascio avrebbe dovuto avvenire dal 6 dicembre, ma la Procura nazionale antiterrorismo (PNAT) ha presentato ricorso contro la decisione dei giudici di esecuzione della pena. Quest’ultimo ha posto una sola condizione per la liberazione del sig. Abdallah: che lasci definitivamente il territorio francese non appena esce dal carcere di Lannemezan (Alti Pirenei). Cosa si impegna l’ambasciata libanese a Parigi e cosa vuole il prigioniero. Essendo sospeso il ricorso del PNAT, la sorte del signor Abdallah è ancora una volta incerta.
Arrestato nel 1984 a Lione, Georges Ibrahim Abdallah, fondatore delle Forze armate rivoluzionarie libanesi (FARL), un piccolo gruppo marxista libanese antisionista e antimperialista attivo all’inizio degli anni ’80, è stato condannato all’ergastolo nel 1987 per la sua complicità in l’assassinio dell’addetto militare americano Charles R. Ray, a Parigi nel gennaio 1982, poi in quello di Yacov Barsimentov, diplomatico israeliano, nell’aprile dello stesso anno. È stato anche riconosciuto colpevole di complicità nell’attentato contro Robert Homme, console generale degli Stati Uniti a Strasburgo, nel 1984. Il signor Abdallah contesta i fatti ma accetta queste azioni.
Leggi l’indagine (2024) | Articolo riservato ai nostri abbonati Georges Abdallah, detenuto a vita per “ragione di Stato”
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Georges Ibrahim Abdallah è libero dal 1999, ma le sue dieci precedenti richieste erano state respinte, in particolare nel 2003, quando l’allora ministro della Giustizia Dominique Perben chiese alla Procura di ricorrere in appello contro una prima decisione di rilascio, poi, nel 2013, quando Manuel Valls, allora ministro degli Interni, si rifiutò di emettere un ordine di espulsione per il sig. Abdallah, condizione sine qua non posta dai giudici per il rilascio. Washington aveva espresso, tramite il segretario di Stato Hillary Clinton, all’esecutivo francese il suo desiderio di vederlo rimanere in prigione.
Un detenuto modello ma senza rimorsi
Me Jean-Louis Chalanset, avvocato del signor Abdallah, saluta “una vittoria legale e una vittoria politica”. Resta comunque mobilitato a causa della chiamata. “Che gli appelli del PNAT non sorprendano, visto che vogliono che muoia in carcere”ha denunciato l’avvocato.
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