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Necessario un processo per corruzione contro Rachida Dati, ministro della Cultura, e Carlos Ghosn, ex capo di Renault-Nissan

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Il Pubblico Ministero ha precisato questo venerdì che la Procura finanziaria nazionale aveva chiesto il processo contro Rachida Dati, ministro della Cultura, e Carlos Ghosn, ex capo del gruppo Renault-Nissan. Anche su quest’ultimo dall’aprile 2023 è in corso un mandato d’arresto internazionale.

Mercoledì la Procura nazionale delle finanze ha chiesto un processo dinanzi al tribunale penale, in particolare per corruzione e traffico d'influenza contro Rachida Dati, ministro della Cultura e Carlos Ghosn, ex capo del gruppo automobilistico Renault-Nissan, ha indicato il pubblico ministero venerdì 11 novembre 15 .

Un'attività di lobbying nascosta?

Rachida Dati è sospettata di aver ricevuto 900.000 euro dalla RNBV, filiale dell'alleanza Renault-Nissan, senza compenso per lavoro reale, tra il 2010 e il 2012, mentre era avvocato e deputata europea tra il 2009 e il 2019, cosa che avrebbe potuto servire a nascondere l'attività di lobbying al Parlamento europeo.

Il ministro della Cultura avrebbe ricevuto uno stipendio annuo di 300.000 euro per 300 ore di lavoro, oppure uno stipendio di 1.000 euro l'ora per tre anni. La Procura finanziaria nazionale (PNF) ha confermato di aver chiesto il rinvio a giudizio contro Rachida Dati per occultamento di abuso di potere e abuso di fiducia, corruzione e traffico d'influenza passiva da parte di una persona investita di un mandato elettivo in un'organizzazione internazionale.

Il ministro ritiene i fatti “prescritti”

Rachida Dati ritiene che queste accuse siano fatti prescritti e ha moltiplicato i suoi appelli per porre fine al procedimento. “Un atto d'accusa è solo la visione del caso da parte dell'accusa. Non è un riflesso della realtà, ora si apre un termine legale durante il quale risponderemo punto per punto per contrastare questa visione frammentata e imprecisa “, hanno spiegato i suoi avvocati.

In questo caso, Carlos Ghosn è nel mirino dall’aprile 2023 di un mandato d’arresto internazionale. L’uomo d’affari è fuggito in Libano dopo essere stato arrestato in Giappone nel 2018, dove sarebbe stato processato per appropriazione indebita finanziaria e incredibile fuga dal Paese.

Toccherà ai gip incaricati del caso prendere la decisione finale sull'opportunità di un eventuale processo, precisando il PNF che resta possibile il ricorso davanti alla camera istruttoria della Corte d'appello di Parigi.

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