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Anche l’Arabia Saudita perde, per le prossime Atp Finals il preferisce Milano (Sueddeutsche)

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Dopo il golf e il calcio, il Fondo vuole ampliare la sua presenza anche nel . Ma l’Atp sembra che abbia altre idee

Il serbo Novak Djokovic (a sinistra) e l’italiano Jannik Sinner si abbracciano dopo che Sinner ha vinto il girone all’italiana contro il serbo Novak Djokovic il terzo giorno del torneo di tennis ATP Finals a Torino il 14 novembre 2023. (Foto di Tiziana FABI / AFP)

“Si sta facendo un bel po’ di shopping in questi giorni dentro e intorno all’Inalpi Arena, a sud di Torino“, scrive la Sueddeutsche. Nel dietro le quinti delle Finals ci sono diversi stand frequentati da tifosi. Chi compra racchette, chi fa soltanto un giro. Ma c’è uno stand che attira l’attenzione del quotidiano tedesco, uno stand “presente con intenti diversi“. Si tratta della “cosiddetta Pif lounge, che a prima vista non è così invitante come gli altri stand. Anche perché, tra le altre cose, ha a che fare con il fatto che vende nulla, ma è lì per acquistare“.

Che ci fa il fondo Pif a Torino durante le Finals?

Abbastanza insolito che il fondo sovrano dell’Arabia Saudita (Public Investment Fund, in breve Pif) si presenti al pubblico tennistico torinese con un proprio stand” è il giudizio della Sueddeutsche ad una prima e frettolosa analisi.

Ma andando più in profondità, “L’onnipresenza del Fondo Pif nel finale di stagione non è una coincidenza. Un’organizzazione che operava nell’ombra del mondo degli investimenti“, ora ha pure uno stand alle Finals di Torino.

La parola del fondo Pif nel golf fa scuola. Il fondo dell’Arabia Saudita è il “fondatore del Liv Tour, nel calcio proprietario del Newcastle United e dei quattro club più grandi della lega saudita: Pif appare ormai ovunque non solo come finanziatore sullo sfondo, ma anche con il suo nome. E vuole ampliare la sua presenza anche nel tennis, che interessa anche la sede torinese“. In altri termini, punta ad ospitare le Finals in Arabia.

Il contratto con la città di Torino scadrà nel 2025 e da tempo si discute della prossima città che ospiterà il torneo. “Secondo quanto riportato dai media, uno dei concorrenti sarebbe il fondo sovrano dell’Arabia Saudita: a Riad si stanno già svolgendo le finali femminili Wta (che sono state un fallimento dal punto di vista dello spettatore: c’erano vuoti enormi sulle tribune), ma si cerca anche di ospitare un torneo maschile. Il cosiddetto Six Kings Slam non vuole essere una soluzione permanente. Invece, la soluzione auspicata sarebbe ovviamente un torneo della serie Masters, la categoria Atp sotto i quattro Grandi Slam, o la finale annuale, che potrebbe poi essere ottimamente venduta come Road to Riyadh“.

Ma potrebbe non andare come l’Arabia Spera. Anzi sembra proprio che il fondo Pif possa rimanere a bocca asciutta. “È possibile che in futuro la strada non porti più ad uno stato desertico, ma piuttosto al nord Italia. Qualche giorno fa è arrivata una controproposta all’Atp e il suo amministratore delegato Andrea Gaudenzi. In collaborazione con il governo, l’Associazione Italiana Tennis (Fit) vuole sviluppare un piano per portare la fase finale del torneo a Milano. Dal punto di vista finanziario le cifre degli italiani sembrano allettanti: il canone del torneo passerà dagli attuali 18 a 30 milioni di dollari, il montepremi salirà da 15 a 25 milioni di dollari“.

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Ci sono perciò diverse possibilità che Milano venga presto annunciata come nuova sede della Atp Finals. I tedeschi non risparmiano qualche dubbio. “Non è ancora chiaro se il governo italiano metterà effettivamente a disposizione i fondi. Possono fare promesse a Roma, come ha dimostrato la Ryder Cup l’anno scorso. In quel periodo furono presi importanti impegni finanziari per portare in Italia il torneo di golf più importante del mondo. Tuttavia non tutte le promesse furono rispettate“.

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