Dichiarare l'ineleggibilità di Marine Le Pen, come richiesto dalla Procura nell'ambito del processo RN, “equivarrebbe a impedirle di candidarsi nuovamente alle presidenziali. E quindi a privare i francesi della scelta di questo poster”, ritiene la nipote di quest'ultimo, Marion Maréchal.
Marion Maréchal non ha paura delle parole: arriva addirittura a parlare di una potenziale “decapitazione dell'opposizione” questo giovedì 14 novembre su BFMTV-RMC. Nel mirino del deputato europeo di estrema destra: i sequestri della Procura contro Marine Le Pen, il giorno prima, nell'ambito del processo Rassemblement National.
Mentre l'accusa chiede non solo una condanna a cinque anni di reclusione, di cui due contro il leader della RN, ma anche cinque anni di ineleggibilità, sua nipote dichiara:
“Sarebbe una vera negazione della democrazia. Sarebbe come impedire a Marine Le Pen di candidarsi nuovamente alle presidenziali e quindi privare i francesi della scelta di questo poster”.
Un discorso simile a quello ascoltato nelle scorse ore dai leader di estrema destra, che non esitano a mettere in discussione la giustizia. La stessa principale interessata ha denunciato, al termine delle requisizioni, “la volontà della Procura di privare i francesi della possibilità di votare chi vogliono”.
“Non spetta ai giudici decidere”
Esclusa dal partito della Riconquista di Éric Zemmour lo scorso giugno, Marion Maréchal resta comunque d'accordo con alcune affermazioni dell'ex candidato alla presidenza, che mercoledì ha denunciato un “governo di giudici”.
L'eletto ritiene che “non spetta ai giudici (…) decidere chi può o non può candidarsi alle elezioni presidenziali”. “Ritengo che questa sentenza di ineleggibilità non dovrebbe poter essere pronunciata in Francia. Ciò non dovrebbe far parte delle opzioni del giudice nella legge. Spetta ai francesi scegliere se vogliono rinominare qualcuno o meno”, aggiunge -. Lei.
Un sistema “nuovo”.
Il caso che riguarda Marine Le Pen è quello dei sospetti di posti di lavoro fittizi al FN, divenuto RN nel 2018, mirato a sottrarre denaro al Parlamento europeo a beneficio del partito. Oltre a Marine Le Pen e al suo partito di estrema destra, altre 24 persone sono sotto processo.
Questo mercoledì, la Procura ha sottolineato che il “sistema” messo in atto, che è stato “rafforzato” con l'arrivo di Marine Le Pen alla guida del partito nel 2011, è “senza precedenti” nella sua durata, nell'”importo” della appropriazione indebita (4,5 milioni) e il suo “carattere organizzato e sistematizzato”.
L'eventuale ineleggibilità del tre volte candidato alla presidenza potrebbe essere dichiarata ai sensi della cosiddetta legge “Sapin 2”, entrata in vigore l'11 dicembre 2016. Cioè, entro 20 giorni, entro il periodo dei fatti contestati a Marine Le Pen (2011-2016).
Grazie a questa legge, la sanzione di ineleggibilità del capo dei deputati della RN diventerebbe obbligatoria, e non più facoltativa, a meno che il tribunale “con decisione appositamente motivata” decide diversamente, come ricordato Il mondo.
La difesa dovrà presentare le sue difese a partire da lunedì e il processo si concluderà il 27 novembre. Il tribunale non prenderà una decisione prima di diversi mesi.
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