Il fenomeno ha senza dubbio sorpreso più di un caledoniano questa sera di mercoledì 13 novembre. Dopo molteplici domande sull'origine delle “notevoli scosse” e dei “suoni di esplosione” sentiti ieri sera, è stato proprio un terremoto a scuotere la Nuova Caledonia.
“Si tratta quindi di un terremoto debole, di magnitudo inferiore a tre gradi Richter ma molto superficiale, a meno di 20 chilometri sotto Nouméa” spiega Olivier Monge, capo del dipartimento geologico del DIMENC.
Ecco la spiegazione alle molteplici domande rimaste da questo mercoledì sera, 13 novembre. Come descritto da diversi internauti sulle reti sociali, lo shock avvertito è stato piuttosto breve, dell'ordine di pochi secondi ma ampiamente avvertito a Nouméa, Dumbéa e Mont-Dore dal “a partire da questa mattina sono state registrate 25 testimonianze sul sito seisme.nc” spiega Olivier Monge.
Se la sensazione era molto intensa, Olivier Monge precisa che i movimenti del terreno restano deboli, “circa l’1% del valore che potrebbe essere considerato per le comuni costruzioni antisismiche”.
Questo evento ci ricorda che esiste effettivamente una sismicità specifica della Nuova Caledonia, meno significativa ma più vicina dei potenti terremoti della fossa di Vanuatu.
Olivier Monge, capo del servizio geologico del DIMENC
“Dato che siamo abbastanza lontani, in particolare a Grande Terre, li sentiamo ma sono meno preoccupanti dei terremoti vicini che sono più piccoli. A causa della loro vicinanza, possono generare forti movimenti sismici”. aggiunge.
Al di sotto della soglia di rilevamento automatico
Se il terremoto del 13 novembre ha sollevato molti interrogativi è perché non è stato immediatamente rilevato dalle reti globali. “La soglia di attivazione degli SMS che ricevono i diversi dipartimenti interessati è fissata a tre, quindi non lo sapevamo subito, dovevamo confermare.” spiega Olivier Monge. Ha infatti chiesto ai suoi colleghi della Victoria University di Wellington, in Nuova Zelanda, e a quelli di Géoazur di analizzare il fenomeno di questo mercoledì sera.
Da qui la necessità che lo specialista “avere una rete di stazioni sismologiche locali” et “avere la capacità di analizzare le registrazioni”.
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