È stato negligente da parte di un medico mandare a casa il suo paziente dopo una biopsia epatica? No, ha concluso il tribunale distrettuale di Muri assolvendo il medico “Aargauer Zeitung” riportato.
Errore notato immediatamente
Nel 2019, il medico ha esaminato il fegato di un paziente di 69 anni all’ospedale di Muri. Ha ferito accidentalmente la cistifellea del paziente.
Il medico si accorse immediatamente del suo errore e spostò l’ago della biopsia in una posizione diversa. Dopo tre ore di osservazione, il paziente è stato dimesso a casa, sebbene soffrisse ancora di forti dolori. In caso di peggioramento della salute, il medico comunicava al paziente il suo numero di cellulare personale.
Le accuse del pubblico ministero
La mattina successiva, la salute del paziente è peggiorata ed è stato portato al pronto soccorso. L’uomo è morto quella notte in ospedale.
Il pubblico ministero ha accusato il medico di diversi errori: il paziente non avrebbe dovuto essere affatto dimesso. Successivamente avrebbe dovuto riportare l’uomo in ospedale con un’ambulanza. E in ospedale avrebbe dovuto chiamare un chirurgo addominale o ordinare un’operazione d’urgenza.
Per lo più senza conseguenze
Il medico ha spiegato in tribunale che a volte capita che durante una puntura del fegato venga perforata la bile.
Normalmente fuoriesce solo un po’ di bile e il foro si chiude. Questo è doloroso, ma non pericoloso per la vita. Ma in questo caso, il medico aveva perforato la bile, causandone la fuoriuscita, provocando avvelenamento del sangue e conseguente insufficienza multiorgano.
L’avvelenamento del sangue progredì rapidamente
Il medico ha detto che di solito ci vogliono diversi giorni perché l’avvelenamento del sangue si diffonda e diventi pericoloso per la vita.
Il dolore del paziente non era insolito. Anche i medici del pronto soccorso non hanno riconosciuto la causa del dolore. Hanno ordinato una gastroscopia perché temevano un’emorragia allo stomaco.
“Eccezione assoluta”
Due rapporti hanno dimostrato che il corso era un’eccezione assoluta e non prevedibile. Il pubblico ministero ha sostenuto che il medico avrebbe comunque dovuto aspettarselo. Ha chiesto una pena detentiva condizionale di due anni e una multa di 10.000 franchi.
Tuttavia, la corte ha assolto il medico all’unanimità. Il motivo: secondo il rapporto era giustificato rimandare il paziente a casa. L’imputato non era più responsabile di ulteriori cure. Inoltre, non è stato possibile dimostrare al di là di ogni dubbio che la morte del paziente avrebbe potuto essere evitata consultando un chirurgo addominale.
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