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Serie investigativa sulla caccia ai terroristi del 13 novembre

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I primi minuti della serie ci riportano all'inizio del caos. Questo disastroso 13 novembre 2015, poche ore prima delle prime bombe e dei primi scoppi… Seguiamo i membri dei servizi segreti francesi, nervosi, in stato di massima allerta, perché gli attentati che quella sera provocarono 130 morti e più di 400 feriti non sono stati una sorpresa per le autorità. L’idea quindi non era sapere se i jihadisti avrebbero effettivamente colpito, ma piuttosto quando. Scopriamo in particolare che Abdelhamid Abaaoud, uno degli ideatori dell'operazione, era stato sul punto di essere arrestato qualche mese prima! “È proprio questo il dramma dell’antiterrorismo. Potresti essere sulla strada giusta, ma basta una piccola cosa perché sia ​​troppo tardi. Questo è quello che volevamo mostrare”confida Franck Philippon, il creatore di Spie del terrore.

Lo scenario si lascia prendere la mano e ci porta (davvero) dal secondo episodio: all'indomani dell'orrore, quando inizia la caccia agli sponsor e ai loro complici. Dopo un incontro al vertice, la DGSI e la DGSE, i servizi di intelligence interni ed esterni, decidono di unire le forze per scovare le spie dello Stato Islamico. Un lavoro certosino dove si intrecciano infiltrazioni e vessazioni di fonti (pentite e non), dove ogni secondo conta doppio.

“Non sfruttare l’orrore di questo evento significava rispettare la memoria delle vittime”

In continua tensione, amplificata dalla musica di Philippe Jakko (meritatamente premiato quest'anno al La Rochelle TV Fiction Festival), i quattro episodi di Spie del terrore affascinare e scuotere. In particolare perché colui che ha ripreso l’omonima inchiesta del giornalista Matthieu Suc (Harper Collins , 2018) riesce brillantemente a evitare alcune trappole sensazionalistiche. “Mi sono proibito fin dall’inizio di mostrare scene che descrivono gli attacchi. Non sfruttare l’orrore di questo evento significava rispettare la memoria delle vittime”confida Franck Philippon.

Attori migliori

Una modestia gradita, così come la scelta di una narrazione incentrata sugli eroi dello spionaggio. Nessuna scena è descritta dal punto di vista degli jihadisti e questi ultimi non vengono mai realmente incarnati sullo schermo. “Questo è uno dei pericoli della finzione, continua lo sceneggiatore. Rappresentarli significa correre il rischio di “umanizzarli” prima o poi…” Se la serie riesce a competere con le gemme del genere, in particolare quelle cult Ufficio delle leggende(Canal+) senza imitarlo, è anche grazie al suo casting: con protagonisti come Rachida Brakni nel ruolo di brava analista della DGSE e Vincent Elbaz nel ruolo di un tranquillo laureato e tutto in psicologia.

Storie d'amore, problemi personali… questi agenti non sono solo macchine di tracciamento

Ma anche nomi meno altisonanti come Fleur Geffrier (Gocce di Dio), il cui ruolo e i capelli rossi ricordano Jessica Chastain di Zero Dark Thirty, e Pierre Perrier (Sambre), che si affermano come agenti della DGSI. Menzione speciale anche a Rachid Guellaz (Valido) chi si accampa “Minotauro”questo informatore particolarmente interessato che ribalta le indagini. Tanti personaggi ispirati alla realtà, certo, ma comunque romanzati per tutelare la loro vera identità.

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Spettacolare

Affinché “il packaging è più televisivo”Franck Philippon ha scelto di descrivere la vita intima dei suoi personaggi. Storie d'amore, problemi personali… questi agenti dell'intelligence non sono solo macchine di tracciamento. Una scelta discutibile, però, perché certe scene avrebbero giovato se fossero state solo suggerite. Allo stesso modo, le ambientazioni, come gli uffici dei protagonisti, sullo schermo sono molto più calde di quelle reali. “Non dobbiamo scoraggiare gli spettatori per garantire una certa forma di spettacolo per trovare l’equilibrio tra questo realismo e questo lavoro essenziale di messa in scena”spiega. E lo spettacolo, in effetti, è all'altezza dell'argomento.


Le spie del terrore ***, di Franck Philippon, con Rachida Brakni, Vincent Elbaz, Fleur Geffrier. Quattro episodi da 50 minuti. Mercoledì 13 novembre alle 21 su M6.

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