AGGIORNAMENTO: Roy Haynes è morto martedì 12 novembre 2024 all'età di 98 anni.
La storia qui sotto è stata pubblicata per la prima volta nel 2012.
“Mi chiamo Roy Haynes e sono il batterista. Datene un po' al batterista!” esclama sorridente il bandleader al Terrace Theatre del John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington, DC Haynes è il vincitore del Grammy Lifetime Achievement Award 2011 della Recording Academy, e non ha bisogno di chiedere applausi. Sta già ricevendo una standing ovation.
Il 13 marzo 2012 Haynes ha festeggiato il suo 87esimo compleanno.
Nato nel 1925, Haynes è cresciuto amando la Count Basie Orchestra – e soprattutto il suo batterista elegante e swing, “Papa” Jo Jones. Quando Haynes era un ragazzino, la band arrivò dalla sua nativa Boston. Andò in centro e si fece strada nel teatro dicendo al portiere che era il figlio di papà Jo. Ispirato, Haynes iniziò a suonare la batteria e nell'estate del 1945 si recò a New York, dove suonò per i ballerini del Savoy Ballroom con l'Orchestra di Luis Russell.
Il gigante del sax tenore Lester Young ingaggiò Haynes per il suo combo, e Haynes suonò anche con i grandi del bebop Bud Powell e Charlie Parker. Haynes ha creato pattern ritmici nuovi e innovativi per la batteria e un caratteristico splash dei piatti. Il suo soprannome, “Snap Crackle”, deriva dal suo caratteristico suono rapido sul rullante, per non sminuire i suoi tom tom dinamici (come sentirai in “My Heart Belongs to Daddy”), rullate di grancassa, voci occasionali e passi di danza.
Roy Haynes è passato senza sforzo dal bebop all'hard bop al free jazz e oltre. Chick Corea, Kenny Garrett e Pat Metheny hanno tutti realizzato ottime registrazioni con Roy Haynes. Inoltre, dagli anni '60, Haynes ha guidato i suoi gruppi, fungendo da mentore per giovani musicisti emergenti, come i tre della sua Fountain of Youth Band.
In un clip tratto da una recente intervista, il pianista Martin Bejerano descrive il senso della moda di Haynes. Jaleel Shaw riversa una melodia dopo l'altra sul suo sax; “Milestones” è un ottimo esempio. E di David Wong, neolaureato alla Juilliard, Haynes dice: “Ho bisogno di un bassista che capisca quello che sento, e lui è uno di loro”.
Guardando Roy Haynes alla batteria, non vedrai traccia di tensione in nessuna parte del suo corpo. Sia che suoni piano con le spazzole o guidi la sua band a tutto vapore, tutto viene eseguito con un movimento fluido, come se stesse ballando attorno alla batteria. E dovresti sapere che anche Haynes è un bravo ballerino di tip tap. Fa una piccola scarpa morbida – o dovremmo dire uno stivale da cowboy in due fasi? – mentre presenta la sua band con amore e affetto alla fine del set.
Crediti
Registrazione di Greg Hartman e Christian Amonson. Mix audio surround di Duke Markos. Sceneggiatura di Mark Schramm.
NOTA: questa storia è per gentile concessione dell'archivio WBGO.
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