Ad Algeri si dice che l’Oriente dell’Eden è un bastione di virtù che cerca solo di diffondere pace e amore nella regione. Tuttavia, il Marocco osa turbare questa armonia denunciando le intenzioni nascoste dei capi di Algeri.
La scena si svolge mentre il Ministro marocchino degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero, Nasser Bourita, accusa solennemente l’Algeria di voler travolgere la regione nel conflitto.
Regime algerino: tra provocazioni e paranoie strategiche
Un’uscita che, ovviamente, ha fatto tremare denti e armi dall’altra parte del confine. Ma di cosa biasimo l’Algeria, di questo modello di stabilità? Un discorso minaccioso qui, un censimento rifiutato là e, soprattutto, l’ossessione cronica dell’accesso all’Atlantico, un’ambizione che sembra superare anche i sogni più sfrenati degli sceneggiatori di Hollywood.
Ciò che il Marocco ha osato sottolineare nel discorso reale del 6 novembre è questa strategia di diversione permanente di Algeri che utilizza la questione del Sahara Occidentale per distogliere l’attenzione dei suoi paesi “problemi domestici”. Ma sia detto! Chi lo tocca si punge: il Regno, vero cactus geo-politico-diplomatico, veglia gelosamente sui suoi confini e sui suoi segreti, senza offesa per i due senili in fasce della porta accanto.
Il tempismo delle accuse marocchine non è innocente: seguono da vicino l’imponente parata militare del 1° novembre, che celebra i 70 anni della rivoluzione algerina. Una parata che, ricordiamolo, aveva solo lo scopo di esibire giocattoli difensivi, se vogliamo credere al presidente Abdelmadjid Tebboune. Perché, ovviamente, l’Esercito popolare nazionale (ANP) è la quintessenza della difensiva, un termine che qui assume tutta la flessibilità che la semantica può offrire.
Nonostante ciò, Nacer Bourita ha comunque gettato la chiave nell’acqua mettendo in guardia contro le “inclinazioni bellicose” dell’Algeria. Gli algerini stiano tranquilli: il Marocco non si lascia ingannare! I movimenti militari e le strategie di copertura, anche sotto l’etichetta di difesa nazionale, non ingannano più nessuno. Perché infine, se l’Algeria era così pacifica, perché questi accumuli di armi e queste alleanze segrete?
Quando l’ipocrisia sconfina nel cinismo
Il Marocco potrebbe essere accusato di aver giocato la carta della provocazione, ma la realtà è molto più sfumata. Infatti, mentre il Regno continua a rafforzarsi sulla scena internazionale, ottenendo il riconoscimento della sovranità del Sahara, la retorica algerina non cambia: accuse, vittimizzazione ed eterne litanie sulla minaccia marocchina. Potresti quasi vedere un accenno di gelosia lì.
Né bisogna dimenticare il famoso attacco aereo marocchino che, secondo la versione algerina, costò la vita a tre commercianti “innocenti”. Un atto di pura aggressione, ha sostenuto Algeri, che avrebbe potuto, nella sua infinita bontà, farne un casus belli, ma non lo ha fatto, perché, si capiva, il regime dei maldetti vicini non si sarebbe fatto guardare per la guerra.
No, Algeri preferisce puntare il dito contro le “crisi” marocchine e chiudere un occhio sulle proprie strade infiammate da proteste e scioperi. Sì, il Marocco sta attraversando un periodo economico complesso, con tentativi disperati da parte dei giovani che cercano di raggiungere l’Europa. Tuttavia, si sta lentamente e sicuramente riprendendo. Ma che dire allora dell’Algeria dei petrodollari, dove i giovani sognano altrettanto l’esilio? Normale! Perché il potere e la ricchezza del Paese restano concentrati nelle mani di un’élite militare inamovibile e l’economia vacilla sotto il peso di una gestione azzardata?
Dottrina “difensiva” nell’attacco alla logica
Che dire di più di queste parate militari e dei discorsi sulla sovranità in cui si nasconde una realtà più oscura: quella di un regime che teme tanto il nemico esterno quanto la propria popolazione! La Chengriha stratificata, che ha già assaporato il cactus mielato delle sabbie marocchine, con le sue spine aguzze che scoraggiano ogni tentativo di intrusione, sembra avere la memoria corta. Dimenticata la permanenza, spine tutte comprese e odore di paglia nelle carceri marocchine. Che ingratitudine!
Ma la vera partita giocata dai due senili sul balcone dello show dei Muppets made in Algeria è quella dell’intimidazione mascherata da dottrina difensiva. Detto questo, in questa partita il Marocco ha capito che doveva gridare più forte dell’altro per farsi sentire. E, se invocare la guerra ci permette di evitare quella vera, allora lasciamo che la spartizione continui. Il Marocco, in tutte le sue componenti, è pronto a giocarsela fino in fondo.
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