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Il primo ministro giapponese è stato riconfermato capo del governo di minoranza

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Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba dopo essere stato rieletto primo ministro, a Tokyo, Giappone, l'11 novembre 2024. KIM KYUNG-HOON / REUTERS

Dopo le recenti elezioni legislative, disastrose per il suo partito, il primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, è stato rieletto lunedì 11 novembre, a seguito di una votazione in Parlamento. Ishiba è stato riconfermato al suo posto dai rappresentanti eletti della camera bassa del Parlamento con 221 voti, contro i 160 del suo rivale, Yoshihiko Noda, leader del principale partito di opposizione, il Partito Democratico Costituzionale (PDC).

Si è dovuto organizzare un secondo turno di votazioni, in assenza di maggioranza, per decidere tra i due candidati risultati vincitori al primo turno – il primo dal 1994. Ishiba è entrato in carica all'inizio di ottobre, dopo essere stato eletto a capo del partito al potere, il Partito Liberal Democratico (PLD), e ha indetto rapidamente elezioni anticipate, che speravano avrebbero consolidato il suo mandato come capo del governo.

Invece, gli elettori insoddisfatti dell’inflazione ricorrente da più di due anni e frustrati negli ultimi mesi da uno scandalo di “fondi neri” che ha contribuito a far cadere il suo predecessore, Fumio Kishida, ha inflitto al PLD il suo peggior risultato dal 2009.

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Malcontento all'interno del partito

Di conseguenza, l’Arcipelago potrebbe trovarsi in un’impasse politica con un Parlamento senza una maggioranza chiara. Da un lato, il PLD conservatore e il suo alleato, il centrodestra Komeito, hanno perso la maggioranza assoluta, ma rimangono comunque il blocco più grande nella potente camera bassa del Parlamento. D’altro canto, i partiti di opposizione sono profondamente divisi su molte questioni chiave e incapaci di rovesciare Ishiba, ma restano comunque essenziali per approvare le leggi.

Il blocco al potere dovrà ora confrontarsi con altri blocchi per sperare che il suo programma venga adottato, e ha chiesto aiuto al Partito Democratico Popolare (PDP), un piccolo gruppo centrista che ha accettato di cooperare frammentariamente, piuttosto che unirsi alla coalizione. Nelle trattative con il LDP, il DPP ha già chiesto tagli fiscali e sussidi energetici, che secondo gli economisti ridurrebbero significativamente le entrate fiscali del governo.

Oltre a questi delicati negoziati, Ishiba si trova ad affrontare anche il malcontento all’interno del suo partito, che ha perso decine di seggi – compresi quelli detenuti dai ministri – nelle elezioni del 27 ottobre. Inoltre, anche la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti potrebbe complicare il suo compito. Washington potrebbe imporre molto rapidamente nuovi dazi doganali e chiedere a Tokyo un aumento delle spese militari, ritenute insufficienti da Trump.

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Il mondo con l'AFP

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