Scommessa vinta per i Tavini. Senza essere euforici, gli eletti presenti questo venerdì mattina in conferenza stampa presso la sede del partito apparivano più allegri che al loro ritorno da New York, da dove erano tornati “con frustrazioni”come ha ammesso Richard Tuheiava. Va detto che le cose non sono migliorate molto per i separatisti dalla reiscrizione, nel 2013, della Polinesia francese nella lista dei territori non autonomi da decolonizzare. Direzione Ginevra, questa volta, per assistere all'esame da parte di questa commissione del sesto rapporto periodico riguardante la Francia. Un'occasione da non perdere per Tavini rappresentato da Richard Tuheiava e dalla deputata delle Marchesi Marielle Kohumoetini.
Erano in grado “petizione per la prima volta” davanti al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite il 21 ottobre. Un intervento basato sulla risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 5 dicembre 2014 e che “precisa che il diritto all’autodeterminazione è un diritto umano”.
“Dieci anni di ostacolo al processo di decolonizzazione sono dieci anni di violazione dei diritti umani”ha sottolineato Richard Tuheiava venerdì mattina, circondato dal capo di Tavini, Oscar Temaru, da quello dell'assemblea, Antony Géros, dagli eletti di Tarahoi Mitema Tapati, Ruben Termetate e Marielle Kohumoetini, ma anche dall'ex ministro delle Finanze Tevaiti Pomare che sembra essersi trasferito nel partito azzurro dopo la sua cacciata dal governo.
La risposta della Francia “ha scioccato molte persone”
L’ex senatore e capo di gabinetto di Antony Géros si è rallegrato del fatto che il primo punto mantenuto nella decisione del Comitato per i diritti umani riguardi la “diritto all’autodeterminazione”. Gli esperti delle Nazioni Unite in questo comitato così “interrogò direttamente la Francia” sul rispetto dell’applicazione dei diritti umani, associando, anche in questo caso, per la prima volta, la questione del diritto dei popoli della Polinesia francese e della Nuova Caledonia alla propria autodeterminazione.
Ma la Francia non si è ancora mossa di un briciolo e resta fedele alla posizione che aveva a Caracas e a New York, insistendo, per chi non avesse capito, che “La Polinesia francese non rientra nella lista delle Nazioni Unite dei territori non autonomi”. Una risposta “feroce” chi ha causato “un piccolo grido” e persino “ha scioccato molte persone” nell'aiuto a Ginevra, spiega Richard Tuheiava, in particolare in relazione alla situazione a Kanaky. “La Francia resta coloniale”commenta da parte sua Antony Géros, supportato da Oscar Temaru che aggiunge “Alla Francia non piace essere richiamata all’ordine”. Ricordate che nella sua decisione, il comitato chiede allo Stato di farlo “facilitare e accelerare la realizzazione del diritto dei popoli all’autodeterminazione”collaborando “con la commissione speciale sulla decolonizzazione” dell'ONU. Quindi fallito.
Infine, va notato che, da parte sua, Marielle Kohumoetini ha perorato a Ginevra “l’indivisibilità dei nostri territori”sostenendo che i cinque arcipelaghi polinesiani lo sono “come le cinque dita della mano”. Un argomento che non necessariamente tutti i marchesiani condividono, alcuni dei quali, anzi, desidererebbero staccarsi da Tahiti. Ma non importa, questo “il principio di indivisibilità è importante quando vogliamo raggiungere l’indipendenza”sottolinea Richard Tuheiava.
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