35 anni fa cadeva il muro di Berlino. Il 9 novembre 2024 la capitale tedesca celebra la fine della separazione tra Est e Ovest. Questo momento storico resta scolpito nella memoria dei berlinesi che lo vissero, in particolare tra gli abitanti di Berlino Est, privati per 28 anni del contatto con la parte occidentale della città.
Questo 9 novembre 1989, Sabine Hammer, ora 82enne, è davanti alla televisione quando inizia la conferenza stampa delle autorità della Germania dell'Est. Alle 18:57 il portavoce ha annunciato l'apertura della frontiera. “Non potevamo crederci. Pensavo di essere in un film quando c'era questo annuncio e dicevano che il muro era aperto… Questo muro di cemento era a due metri da dove lavoravo, in un orfanotrofio, con i soldati, i loro fucili e i cani. E tutto era finalmente finito!“
Sabine Hammer sale con suo figlio sulla sua Trabant, il simbolo dell'ex DDR, e si dirige verso Berlino Ovest. La madre si meraviglia dei musicisti che suonano per strada, dei jeans, introvabili in Oriente, e delle vetrine dei negozi.
“Sono rimasto con gli occhi spalancati quando ho scoperto tutto quello che c’era nei negozi: frutta, verdura…”
Sabine Martellosu franceinfo
“All'epoca ci diedero 100 punti e io comprai dei biscotti, dei biscotti veri! Perché quelli che avevamo in Oriente erano di cartone… E poi anche una montagna di cioccolata, perché a casa non ce n'era affatto.”ricorda.
Nei mesi successivi Sabine intraprese un viaggio attraverso l’Europa e approfittò della libertà ritrovata. “Potevamo dire quello che volevamo, abbiamo riconquistato la libertà di espressione. Nella zona di frontiera c'erano sempre queste persone in trench, questi delatori che andavano e venivano e ascoltavano tutto. Lì potevamo avere contatti con tutti, anche con gli stranieri. Nella DDR c'erano solo vietnamiti, che erano stati portati a lavorare…“
Con la caduta del muro, la piena occupazione e gli alloggi a buon mercato di cui godevano i tedeschi dell’Est scomparvero. Per alcuni, la transizione è brutale. Ma Sabine non si è mai pentita della DDR. “Non ho nostalgia della Germania dell'Est. Davvero no. Sai, nella DDR abitavo vicino alla prigione della Stasi. Per la minima parola sbagliata, le persone venivano rinchiuse in celle molto piccole e per molto tempo era orribile. Sono felice che abbiamo chiuso questo capitolo.”
Secondo le statistiche 3,5 milioni di tedeschi hanno lasciato l’ex DDR per lavorare in Occidente. Ma Sabine ha scelto di restare in Oriente, nella casa dove la sua famiglia ha sempre vissuto.
“Credevo di essere in un film”: 35 anni dopo la caduta del muro di Berlino, Sabine testimonia – Sébastien Baer
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